
Fornaroli, direttore dell’Accademia di Belle Arti, ricorda il collega e disegnatore. Oggi la consegna della borsa di studio intitolata a lui
Ha cambiato il corso del disegno umoristico in Italia, Tuono Pettinato, portando questo linguaggio fuori dagli schemi tradizionali del sorriso a tutti i costi, sostituendo alla ripetitività che caratterizza il genere continue fughe in avanti, alla ricerca di intrecci culturali con esperienze diverse. Per celebrare il lavoro del disegnatore, vero nome Andrea Paggiaro, scomparso nel 2021, l’Accademia di Belle Arti, dove ha insegnato per 10 anni proprio Fumetto Umoristico, organizza oggi (ore 14) ’Quel pomeriggio di un giorno da Tuono’, una giornata a lui dedicata. L’iniziativa sarà l’occasione per presentare la graphic novel di Eva Daffarra, vincitrice della borsa di studio voluta dalla Fondazione Tuono Pettinato a favore di allievi e allieve diplomati all’Accademia di Bologna, edita da Eris Edizioni, e per proclamare il vincitore o la vincitrice della terza edizione che riceverà un premio in denaro di 2.000 euro per sostenere la pubblicazione del lavoro inedito, scelto dalla giuria della quale fa parte il direttore della stessa Accademia, Enrico Fornaroli.
Direttore Fornaroli, la collaborazione con Tuono Pettinato dimostra quanto importante sia diventato il fumetto per la vostra Accademia. "Sì, siamo partiti con il triennio e quando è stato deciso di aggiungere il biennio specialistico in Linguaggi del Fumetto, Tuono Pettinato era la personalità artistica che ci sembrava perfetta per quella cattedra. Così è stato: intorno a lui si è sedimentata una nuova generazione di autori, giovanissimi, che hanno saputo reinterpretare come aveva fatto lui, il disegno umoristico, arricchendolo con uno sguardo sulla contemporaneità. Proprio come Eva Daffara, che vedrà le sue tavole pubblicate da Eris Edizioni. È la maniera migliore per tenere vivo il suo insegnamento, offrire a un nuovo talento la possibilità di confrontarsi realmente con il mercato".
Quali sono le caratteristiche che rendono Tuono Pettinato una figura di riferimento per il fumetto italiano? "La ricerca meticolosa sulla tecnica, unita allo stupore che suscitava con ogni disegno. Portava con sé il lettore, seducendolo, cambiando in continuazione registro narrativo. Se pensava di essere arrivato a una formula di facile presa, la smontava e ci costringeva, piacevolmente, a entrare sempre in meccanismi diversi. Lontano, quindi, dalle consuetudini consolidate del disegno umoristico".
Se dovesse definire il suo lavoro, lei che ha portato il fumetto all’interno dell’Accademia di Belle Arti, che espressioni userebbe? "Sicuramente elegantissimo e poi aggiungerei pungente, capace di una critica sociale fuori da ogni schema, e mai ripetitivo".
Era anche molto amato dai suoi allievi. "Moltissimo. Era un uomo estremamente riservato e risultava quindi davvero irresistibile il contrasto tra il suo essere così schivo e il nome d’arte ai limiti dell’assurdo che aveva scelto, tra il suo rigore assoluto come studioso e docente, e la capacità fortissima che aveva di entrare in immediata relazione con i ragazzi che seguivano il suo corso. Assistere a una sua lezione non era solo una importante esperienza formativa, della quale i risultati vediamo adesso in figure come Eva Daffara, ma una occasione liberatoria per ridere. E proprio le risate che arrivavano dalla sua aula ci mancano tantissimo in Accademia".