Ciclopedonale chiusa "Riapriremo in estate"

Divieto di transito nello storico tracciato che collega Monte San Pietro a Zola. Il sindaco Dall’Omo: "I tecnici stanno lavorando a una soluzione".

Ciclopedonale chiusa  "Riapriremo in estate"
Ciclopedonale chiusa "Riapriremo in estate"

La piena del Lavino della settimana scorsa si è portata via un lungo tratto del Percorso vita di Zola. Così da una settimana lo storico tracciato pedonale e ciclabile che collega i capoluoghi di Monte San Pietro e Zola lungo il fiume è interrotto. Con abitazioni, servizi, agricoltori e sportivi: centinaia di persone ogni giorno, costretti ad allungare i loro tragitti quotidiani o riversarsi sulla trafficatissima provinciale valle del Lavino per bypassare il blocco disposto da un’ordinanza comunale e segnalato con un divieto di transito che va dal cippo di don Fornasari alla piazzola a lato del rio del Diavolo. Sostanzialmente il tratto interessato dall’escavazione delle tre enormi casse di espansione progettate dalla Regione già nel 2003, ovvero vent’anni fa, a seguito delle disastrose alluvioni che l’anno precedente allagarono i centri abitati di Zola. L’escavazione iniziò solo nel 2009 e a fronte di una durata prevista di cinque anni. Ma oggi, quattordici anni dopo, i tre bacini capaci di trattenere un milione di metri cubi d’acqua (sono più di 130 campi sportivi coperti da un metro d’acqua), non sono ancora stati collegati col fiume che il 2 maggio ha fatto paura, con un’ondata di piena che ha superato il livello di guardia arrivando in pianura a sfiorare la sommità degli argini.

Questo rischio, e anche l’erosione della sponda orientale e di un tratto di Percorso vita secondo alcuni poteva essere evitato. La pensa così Manuel Garagnani, esponente della lista civica Insieme per Zola, che si domanda se si poteva evitare una piena così rischiosa e l’erosione del percorso: "Questi sono i risultati: ed ora non vorremmo assistere al classico rimpallo di responsabilità. Mi domando: la Bonifica Renana che paghiamo tutti ha fatto il suo dovere? Sono stati fatti gli interventi di pulizia e sfalcio degli argini? E la pulizia di canali e scoli? E le casse di espansione già pronte a pochi metri dal Lavino sono entrate in funzione?. Ci sono stati due giorni di pioggia incessante ma dopo mesi di siccità. Visti gli effetti sarà meglio fare delle verifiche".

Il sindaco Dall’Omo chiarisce che l’obiettivo è quello di riaprire il Percorso vita e che coi tecnici si è già aperto un confronto per trovare una soluzione alternativa entro l’estate. Per poi precisare che "Proprio nei mesi scorsi sono stati fatti interventi di manutenzione e pulizia delle sponde sia sul Lavino che sul Ghironda gestiti dagli enti preposti che hanno certamente ridotto l’impatto della piena. E sulle casse di espansione avevamo già chiesto alla Regione l’attivazione di almeno due degli invasi già completati realizzando le opere di presa e rilascio entro la prima parte del 2024. Ora cercheremo di capire alla luce di quanto è successo in tutta la regione se sarà possibile rimanere nei tempi e negli intenti già definiti".

Gabriele Mignardi