BENEDETTA CUCCI
Cronaca

Cinzia Bomoll, giallo sotto le Torri: "La mia Nives, vera e fragile"

La scrittrice e regista torna con l’ultimo noir ’Il sangue non mente’: l’ispettrice ancora protagonista

Cinzia Bomoll, giallo sotto le Torri: "La mia Nives, vera e fragile"

La regista e scrittrice Cinzia Bomoll. Il suo ultimo noir ’Il sangue non mente’ è ambientato a Bologna e nell’hinterland

L’ispettrice Nives Bonora creata dalla penna della regista e scrittrice Cinzia Bomoll per occuparsi di inchieste immerse di atmosfere emiliane e dark, ha appena fatto ritorno in libreria con una nuova avventura, Il sangue non mente (Ponte alle grazie), che la vedrà anche per le strade di Bologna.

Bomoll, cosa racconta il titolo ’Il sangue non mente’?

"Esplicita come spesso la propria ereditarietà “familiare genetica”, condizioni le nostre scelte. Riguarda sia la protagonista Nives e la sua storia personale, se ne scopriranno delle belle, sia la linea dei personaggi che ruotano attorno al caso".

All’inizio del romanzo assistiamo in effetti a una sorta di terapia di gruppo: Nives, col padre e la madre, corre in macchina alla volta del luogo del delitto. Perché?

"Nives ha il desiderio da tempo di poter coinvolgere i suoi più cari affetti anche nella sua sfera professionale, perché per lei è inscindibile il lavoro di ispettrice dai sentimenti. In questo viaggio in auto verso il luogo del delitto cerca di estrapolare informazioni sulla sua complessa situazione famigliare. Sarà un viaggio in cui scoprirà verità che non conosceva che daranno una svolta importante alla sua vita interiore".

C’è tanta Bologna in questo terzo romanzo?

"Stavolta diventa molto importante perché Nives svolgerà un incarico temporaneo con la Questura e il Commissario donna con cui si trova a seguire un nuovo caso molto difficile. Anche l’hinterland bolognese, le campagne e piccoli paesi apparentemente tranquilli celano lo spettro di un serial killer".

Come crea i casi dell’ispettrice Bonora?

"Penso a un caso da risolvere ogni volta e cerco di crearlo sulla sua novità. Immagino casi gialli non ancora mai narrati da altri. Allo stesso tempo faccio evolvere la storia di Nives".

Per la parte investigativa che ricerche fa?

"Mi sono consultata con ispettori di polizia reali come Carmelo Pecora, di grande esperienza, ora in pensione, ma che ha seguito alcuni dei casi più complessi della nostra storia come la strage di Bologna e il caso della Uno Bianca. E con donne poliziotto, che lascio anonime perché ancora in servizio, per indagare io stessa sulle loro dinamiche personali che spesso sanno fondere una psicologia divisa tra l’essere donne come tutte le altre e un mestiere pericoloso a volte inquietante".

Quando ha scritto il primo romanzo era appena tornata a Bologna da Roma e in lockdown: che figura voleva presentare al mondo del noir?

"Cercavo di scrivere un noir diverso, nei miei luoghi d’origine, che stavo riscoprendo dopo una lunga assenza, e volevo come protagonista un personaggio femminile vero, fragile e allo stesso tempo reattivo. Una giovane donna che cerca ancora se stessa perché non ha risolto certi quesiti del suo passato personale perciò allo stesso tempo ha uno guardo lucido nel capire le persone e risolvere i casi complessi che la professione le propone. Come una sorta di riscatto".