Circolo anarchico, l’affitto è fermo al 1974

Il contratto dell’era Zangheri col Berneri per il cassero di Porta Santo Stefano prevedeva un canone di 10mila lire al mese. Oggi è di 12 euro

Un’immagine del circolo Camillo Berneri a Porta Santo Stefano

Un’immagine del circolo Camillo Berneri a Porta Santo Stefano

Bologna, 26 giugno 2022 - Dal 1974 Bologna è molto cambiata. Bologna non è più quella di una volta, dice qualcuno. Ma anche in una società sempre più liquida, il circolo anarchico Camillo Berneri (quest’anno cade il cinquantesimo anniversario) resiste nel cassero di Porta Santo Stefano da 48 anni. Grazie a un contratto d’affitto con il Comune di Bologna che si rinnova di mese in mese dal 1974, il canone d’affitto mensile praticamente è rimasto cristallizzato a quegli anni. Dalle 10mila lire di canone mensile del 1974, infatti, si è passati (per l’adeguamento Istat e il cambio lira-euro) ai 12,83 euro di oggi.

Lo conferma Palazzo d’Accursio, in risposta a un’interrogazione di Stefano Cavedagna di Fratelli d’Italia, che indica l’elenco dei canoni mensili (con adeguamento Istat) degli ultimi 20 anni: si va dai 9,52 euro del 2001 ai 10 euro del 2003; dagli 11,20 del 2008 ai 12,07 del 2012 fino ai 12,83, appunto, del 2021. In pratica, se 48 anni fa gli anarchici pagavano per il cassero di Porta Santo Stefano 120mila lire all’anno, oggi con l’euro, ne pagano poco meno di 154.

Nel 1974 si votava a favore del divorzio, si piangeva per le stragi dell’Italicus e di piazza della Loggia, oggi ci si dispera per la guerra in Ucraina, mentre gli Usa annullano il diritto all’aborto. Un altro mondo. Ma l’affitto per il circolo Berneri resta praticamente immutato da quasi 50 anni, quando la città era governata dal sindaco Pci Renato Zangheri e il Muro di Berlino non accennava a cedimenti.

In questo contesto, l’allora assessore delegato Renzo Riccardi stipulava il contratto di locazione col Circolo, rappresentato da Alfonso Fantazzini, figura storica dell’anarchismo bolognese e padre di Horst ’il rapinatore gentile’, per 10mila lire al mese. La carta è ingiallita dal tempo, ma si legge che "la locazione avrebbe dovuto durare dal primo agosto 1974 al 31 agosto 1974, salvo successive tacite proroghe, di mese in mese, con disdetta scritta di una delle parti".

Non solo, al punto primo del documento si legge che "il rapporto tra la parte conduttrice (cioè gli anarchici) e il Comune è di locazione del tutto precaria". Una precarietà che ha attraversato amministrazioni e ribaltoni politici: insomma la storia.

Punta il dito FdI con Cavedagna. E pur premettendo che l’orientamento politico del circolo non c’entra, ma la questione è tutta legata all’equità, tuona: "Non è accettabile che un’associazione abbia un affitto che si rinnova tacitamente di mese in mese dal 1974 e paghi solo 12,83 euro al mese per un immobile di valore culturale e storico". In più, secondo il consigliere meloniano, "il contratto non è più in regola, perché un immobile tutelato dal codice dei beni culturali necessita di una cauzione o fideiussione a tutela del bene stesso. Il cassero di Porta Santo Stefano va valorizzato e dev’essere locato a un prezzo adeguato. Per questo bisogna mettere gli immobili a bando: tutti devono poter partecipare con uguali diritti, non ci possono essere associazioni di serie A e B". Per Cavedagna "chi detiene il cassero attualmente potrà partecipare e portare i suoi progetti di gestione, ma così non si può andare avanti".

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