CRISTINA DEGLIESPOSTI
Cronaca

Cisl, Pieri confermato segretario: "Casa, energia e manifattura: le sfide"

Ieri il voto per rinnovare la guida regionale per i prossimi quattro anni. "Far squadra con istituzioni e imprese"

Filippo Pieri, segretario Cisl E-R

Filippo Pieri, segretario Cisl E-R

Costi dell’energia, emergenza casa e un settore – il manifatturiero – da salvare. Ruoteranno intorno a questi punti i principali sforzi di mandato del neoeletto segretario regionale Cisl, il cesenate Filippo Pieri. Confermato ieri altri quattro anni alla guida del sindacato, Pieri guarda ai prossimi anni che in un’ottica di "partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione dell’azienda", sull’onda della recente proposta diventata legge.

Pieri, cosa si lascia alle spalle?

"Un mandato molto particolare, nel corso del quale è scoppiata una guerra alle porte dell’Europa con conseguenze dirette sull’economia, anche della nostra regione. Anni scanditi dall’aumento dell’inflazione, dei costi dell’energia, dalla venuta di Trump, da guerre commerciali. Senza dimenticare che, in Italia, dopo anni di governi tecnici, è diventato operativo un governo – quello Meloni – su mandato elettorale, poi le alluvioni e anche le nostre elezioni regionali. Sì, sono stati anni complicati".

Come è cambiata la Cisl?

"La Cisl Emilia-Romagna ha risposto bene, come dicono i dati: il numero di iscritti è costantemente aumentato (13mila), così come le rsu elette sia nelle aziende private che pubbliche. Poi non sono mancate le proposte e le iniziative che abbiamo messo in campo nei confronti della regione".

In futuro?

"Concentriamoci sulle crisi e difficoltà economiche in corso. La nostra, essendo una regione che sta meglio delle altre, accusa maggiormente, ad esempio, la crisi del manifatturiero e gli attacchi all’export causati da guerre e dazi. La prospettiva è continuare a lavorare come regione con un patto sociale tra le parti, tra istituzioni, imprenditori e sindacati per definire insieme la bussola, le priorità e le azioni".

Ad esempio il Patto per il lavoro e il clima, in scadenza?

"Sì. È stato sottoscritto nel 2020, quindi non dobbiamo ripartire da zero, inoltre aveva obiettivi che traguardavano già il 2030. Ma a fronte di sfide nuove va aggiornato e rafforzato. Ad esempio, sul tema dell’energia, che impatta sia sui cittadini che sulle aziende, oggi è forte il rischio che le imprese non siano più competitive sul mercato per gli alti costi pagati".

Altre priorità?

"Il tema della casa, diventato elemento qualificante per la competitività di un territorio. Poi il manifattutiero in difficoltà: vanno trovate nuove strade e favoriti gli investimenti".

Assistiamo a spinte per scardinare la contrattazione collettiva. Come vi ponete?

"Noi non siamo per destrutturare, perché nelle aziende dove abbiamo una contrattazione di secondo livello abbiamo anche risultati migliori. Il 14 maggio è diventata legge la nostra proposta sulla partecipazione dei lavoratori agli utili e alla gestione dell’azienda. È un ruolo nuovo, propositivo che può innovare le relazioni sindacali e, dove è stata sperimentata in regione, ci sono stati meno infortuni, più competitività e stipendi più alti".