Bologna sul podio delle città smart. Ma la sicurezza resta un problema

Il rapporto di Fpa: le Due Torri alle spalle di Milano e Firenze

Grande successo per il bike sharing a Bologna (Foto Newpress)

Grande successo per il bike sharing a Bologna (Foto Newpress)

Bologna, 18 ottobre 2018 - Il podio è ormai consolidato. Bologna è la terza città più smart d’Italia, alle spalle di Milano e Firenze. Era seconda l’anno scorso, si ritrova sorpassata dal capoluogo toscano nel 2018. Il rapporto annuale ICity Rate, realizzato da Fpa, società del gruppo Digital360, conduce comunque a una conclusione: Bologna può essere considerata a tutti gli effetti una smart city. Una città intelligente. Con tanti pregi, ma anche con qualche difetto.

Milano è prima in classifica per il quinto anno consecutivo. Non una sorpresa, dall’alto dei suoi 640,2 punti. Firenze ne ha 621,6 Bologna 620 tondi. Per fotografare la situazione delle città italiane nel percorso per diventare smart, ovvero più vicine ai bisogni dei cittadini, più inclusive e più vivibili, Fpa individua e analizza 15 dimensioni urbane – tra queste spiccano l’occupazione, la trasformazione digitale, l’attrattività turistica, la qualità dell’aria e la sicurezza – che tengono insieme 107 indicatori i quali, a loro volta aggregati in un indice finale, consentono di stilare la classifica dei 107 comuni capoluogo.

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Bologna conferma la sua leadership nel lavoro, nell’energia e nella partecipiazione civile, guadagnando posizioni in trasformazione digitale, istruzione, ricerca e innovazione, inclusione sociale. "Dal rapporto ICity Rate 2018 – spiega Gianni Dominici, direttore generale di Fpa – emerge quanto sia cruciale il ruolo del capitale umano nel determinare il posizionamento complessivo. Le tre città leader nella classifica generale, Milano, Firenze e Bologna, lo sono anche negli ambiti trasformazione digitale e lavoro, e si collocano al vertice nelle dimensioni istruzione, attrattività turistico-culturale e partecipazione civile, risultati che in parte riflettono e in parte determinano il loro superiore dinamismo". Il rovescio della medaglia sta in una sostenibilità che è obiettivo ancora lontano, anche laddove lo sviluppo della smart city è più avanzato: "Queste città – precisa Dominici – appaiono in difficoltà nella gestione e conservazione della qualità dell’aria e dell’acqua, dei rifiuti e del territorio". E infatti, scrutando il rapporto, si scopre che Bologna è solo 55esima nella classifica che tiene conto della qualità dell’aria e dell’acqua (ancora peggio Milano, 96esima, e Firenze, 79esima), 33esima nell’ambito suolo e territorio e 34esima in quello dei rifiuti (in entrambi i casi, però le Due Torri vanno meglio di Milano e Firenze).

"Ci sono settori in cui i successi delle città leader non sono in grado di superare le criticità e in parte concorrono forse a determinarle" si legge nel rapporto: sono proprio la qualità di area e acqua e, seppure in modo meno pronunciato, la gestione dei rifiuti e il governo di suolo e territorio. Ma una criticità, soprattutto a Bologna, è anche la sicurezza: le Due Torri si piazzano solo al 57esimo posto nella classifica dedicata all’ambito ‘sicurezza e legalità’, peggiore performance delle città leader (Milano 42esima, Firenze 30esima). "Le città leader devono impegnarsi di più su questi versanti", si precisa nel rapporto.

Vuol dire che Bologna, insieme a Milano e Firenze, costituisce "un modello di sviluppo e di governance urbana" con le sue particolarità che si concretizzano nei primati in lavoro, energia e partecipazione civile. Ma vuol dire anche che non mancano gli obiettivi per il futuro. Uno su tutti: meno inquinamento, più sicurezza.

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