Cittadinanza ai bimbi stranieri, battaglia in aula

Ius soli nello statuto del Comune, ostruzionismo di FdI e scontro in Consiglio. L’ok in serata. Matteo Lepore: "Il governo ci ascolti"

di Paolo Rosato

Si è trasformata in un palcoscenico di guerriglia in aula, l’annunciata presentazione dell’ordine del giorno delle maggioranze, in Consiglio comunale, per far partire l’iter dell’introduzione simbolica dello ‘Ius Soli’ nello statuto di Palazzo d’Accursio. La cittadinanza in forma onoraria verrebbe riconosciuta ai bambini stranieri nati a Bologna, secondo alcuni criteri enucleati dal testo che ha visto come primo firmatario Siid Negash, di origine eritrea, eletto da più votato con la lista ‘Lepore Sindaco’. Ovviamente lo strappo di Lepore non è piaciuto alle opposizioni, e alcuni hanno ostacolato l’approvazione veloce dell’odg in aula presentando oltre un centinaio di emendamenti, la mossa a oltranza è stata di Fratelli d’Italia. Secondo i desiderata del Comune, il viaggio dell’odg dovrebbe a breve continuare prima nelle commissioni comunali, poi in giunta per una delibera che potrebbe vedere la sua prima applicazione il prossimo 20 novembre, giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Di sicuro, l’idea dell’amministrazione Lepore è quella di inviare un messaggio forte al Parlamento, che per forza di cose tornerà a parlare dell’argomento, probabilmente, con l’insediamento del nuovo governo.

Il sindaco ieri ha rilanciato tutta l’operazione, presentando la fuga in avanti assieme a Pd, Coalizione Civica, Verdi, Movimento Cinque Stelle e Lista Lepore Sindaco. "Lo avevamo proposto in campagna elettorale ed è una scelta ancora più valida oggi sulla base del dibattito pubblico nel nostro Paese e in Europa", spiega il sindaco. "Abbiamo i numeri per modificare lo statuto anche senza il contributo dell’opposizione, ma vorremmo farlo insieme a loro. Vogliamo sollecitare il Parlamento, questo e il prossimo, ad assumersi una responsabilità storica. Credo che questa proposta – afferma ancora Lepore – abbia un largo consenso nell’opinione pubblica. A queste persone dobbiamo dare supporto, una educazione e dei servizi, a prescindere dal principio stesso di cittadinanza". Sono oggi 11.623 i giovani stranieri tra zero e 17 anni che risiedono nel Comune di Bologna e che presto potrebbero ricevere la cittadinanza onoraria: basterà aver svolto un ciclo di istruzione sotto le Due Torri.

Tornando a ieri, la discussione dell’odg è terminata verso le 21.45, il sì è arrivato non senza scontri. Nessuna apertura dal centrodestra e dai civici, la Lega peraltro ripeterà un flash mob di protesta e FdI ricorrerà in Prefettura. Quel testo, obietta Matteo Di Benedetto della Lega, "non cambierà nulla nella vita concreta delle persone. Perchè finchè la Lega sarà al Governo lo Ius Soli a livello nazionale non vedrà la luce". Anche Francesca Scarano, anche lei leghista, ribadisce che si tratta di "un tema nazionale", e che "non è la priorità dei bolognesi". Anzi "questa operazione rischia di creare illusione, parlando solo di diritti. E’ difficile che possa essere il tema centrale di una amministrazione". Per Samuela Quercioli (Bologna ci piace) lo Ius Soli nello statuto del Comune è "uno slogan che non risolverà nessuno dei problemi esistenti e anzi illuderà le persone. Bisogna lavorare per una vera integrazione". Rammaricato Siid Negash, autore dell’ordine del giorno. "Volevamo un percorso condiviso, così non è stato e questo ci dispiace. E’ un atto difficile da far capire ad alcune parti della politica, ma per dare delle risposte dobbiamo essere coraggiosi – afferma il consigliere –. Sappiamo bene che servirà una legge nazionale, ma chi cresce a Bologna ci guarderà con occhi diversi". Lepore, nel pomeriggio durante il Consiglio, ha bacchettato FdI e i suoi 100 emendamenti. "Mossa muscolare inutile, senza contenuti". Il parlamentare dem Andrea De Maria ha ribadito il suo appoggio. "Da Bologna un messaggio affinché si arrivi a una giusta legge nazionale". Per il capogruppo Pd Michele Campaniello "un valore simbolico, ma una valenza politica importante. Speriamo di essere da stimolo ad altri Comuni". Anche Italia Viva appoggia la proposta. "Fu Matteo Renzi l’apripista, nel 2017 provò a far passare una riforma".

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