"Classi delle elementari con meno alunni Boom alle superiori"

I numeri parlano chiaro: nel prossimo quinquennio diminuiscono i bambini che andranno in prima elementare e in prima media. La denatalità si sente anche qui con evidenti conseguenze nella formazione delle classi e nell’assegnazione dell’organico, ovvero docenti e personale tecnico-amministrativo e collaboratori scolastici. Una partita ogni anno sempre più delicata che vede in prima linea il provveditore Giuseppe Antonio Panzardi che, una volta che gli è stato assegnato, passa il contingente dall’Ufficio scolastico regionale alla distribuzione sul territorio metropolitano.

Meno nuovi nati, meno studenti: cosa comporta questo per le nostre classi?

"Il calo si ipotizza particolarmente significativo nella primaria, in particolare rispetto ai dati di nascita del 2022. Guardando in positivo, può essere l’occasione per una diversa calibratura delle nostre classi, con un maggiore equilibrio tra il numero minimo e il numero massimo di alunni. Già nell’anno in corso abbiamo avuto un forte decremento di alunni nel primo ciclo a fronte di un rilevante incremento alle superiori".

Che conseguenze avete rilevato nelle classi?

"In termini di organico, il calo di alunni nel primo ciclo non sempre corrisponde ad una effettiva riduzione di classi. Il che significa che difficilmente si riesce a recuperare risorse, utili per fronteggiare l’incremento di classi nelle superiori".

Al netto del problema demografico, l’avere meno studenti in classe, a parità di organico, può comportare un miglioramento della didattica?

"Non c’è dubbio che classi maggiormente equilibrate nei numeri consentano anche delle migliori opportunità didattiche. Il problema però non riguarda soltanto le classi troppo numerose ma anche quelle eccessivamente ridotte: penso a certe realtà montane, in cui si fa fatica a raggiungere il numero minimo per formare la classe".

Nell’andamento non sono conteggiati né eventuali trasferimenti, né i Nai (Nuovi arrivi in Italia, ndr) o i bambini stranieri che bussano alle nostre scuole in corso d’anno. Questi flussi sono molto robusti?

"Ecco, la possibilità di formare classi con un margine significativo rispetto ai numeri massimi consentirebbe questo enorme vantaggio: di poter accogliere più facilmente gli arrivi in corso d’anno, senza trovarsi nella spiacevole condizione di dover negare l’iscrizione nell’istituto richiesto. E questo varrebbe naturalmente sia per i trasferimenti interni che per gli arrivi da altri paesi, con numeri in tendenziale aumento".

f. g. s.

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