NICOLETTA TEMPERA
Cronaca

Coca in arrivo dall’Olanda. Stroncato il sodalizio . Spunta corriere di 90 anni

La Squadra mobile ha decapitato il gruppo, guidato da un quarantenne albanese. Indagato l’anziano, che si occupava del trasporto della droga in Italia.

La Squadra mobile ha decapitato il gruppo, guidato da un quarantenne albanese. Indagato l’anziano, che si occupava del trasporto della droga in Italia.

La Squadra mobile ha decapitato il gruppo, guidato da un quarantenne albanese. Indagato l’anziano, che si occupava del trasporto della droga in Italia.

Quella che Clint Eastwood racconta nel suo ‘The Mule’ è una storia vera: la storia di un pensionato irreprensibile, mai neppure una multa, che si ritrova ad ‘arrotondare’ facendo da corriere della coca per i cartelli messicani. Un film che deve aver ispirato il quarantenne albanese finito in carcere mercoledì, ritenuto ai vertici di un sodalizio criminale dedito al traffico di coca (e non solo) dall’Olanda. Che quella esperienza ha replicato in salsa bolognese.

Nella complessa indagine condotta dalla Squadra mobile, che ha portato in carcere, tra l’Italia e la Spagna, cinque soggetti ritenuti apicali nell’associazione a delinquere, è infatti finito anche un novantenne bolognese incensurato: per gli investigatori, che hanno condotto gli accertamenti ‘a ritroso’, analizzando migliaia di conversazioni criptate estrapolate dalla piattaforma SkyEcc, l’anziano avrebbe effettuato più viaggi - in Italia - per conto del sodalizio, trasportando importanti partite di coca, hashish e marijuana ai clienti. Per questo, l’insospettabile pensionato è adesso tra i 19 indagati dell’inchiesta coordinata dal pm Flavio Lazzarini, che si focalizza nel periodo compreso tra il marzo e il novembre del 2020. Periodo in cui il gruppo sarebbe riuscito a far arrivare, dall’Olanda, nove partite di coca, per 41,5 chili; altrettante di marijuana, per 76,5 chili; e una di hashish, per 280 chili. Droga che, immessa nelle piazze bolognesi, avrebbe portato nelle tasche degli indagati circa cinque milioni di euro.

L’indagine nasce come costola di un’altra inchiesta della Mobile datata 2019: nel corso di questa attività, vengono intercettate delle conversazioni che fanno riferimento a trafficanti non meglio specificati. Che rimangono però ‘nell’ombra’, coperti dall’impenetrabilità delle piattaforme e dei criptofonini di cui si servivano per comunicare. Finché gli investigatori francesi non riescono a ‘bucare’ SkyEcc: a quel punto, grazie alla collaborazione di Europol ed Eurojust, la Squadra mobile riesce a entrare in possesso delle chat. Dalla mole di conversazioni, tutte in albanese, i poliziotti ricostruiscono l’attività del sodalizio, accertando il ruolo centrale del quarantenne albanese, ritenuto organizzatore e finanziatore dei traffici di stupefacenti, in arrivo dall’Olanda. Scoprono poi che i guadagni derivati dall’attività vengono spediti in Albania, dove vengono reinvestiti nel sistema. Il capo, che prima di trasferirsi a Barcellona - dove è stato arrestato - abitava in un paese dell’hinterland, gestiva, stando a quanto accertato dai poliziotti, le trattative e i carichi, assieme al nipote, anche lui residente in provincia. Sarebbe stato quest’ultimo a presentare allo zio l’anziano ‘mulo’, suo conoscente.

Il nipote, sempre stando alle ricostruzioni della Squadra mobile, avrebbe poi preso le redini della gestione del sodalizio dopo il trasferimento dello zio in Spagna. Ora anche lui è finito alla Dozza, come disposto dalla gip Roberta Malavasi.

Mercoledì, la Squadra mobile, guidata da Natalia Riga, ha eseguito perquisizioni oltre che a Bologna, anche tra Rimini, Treviso e Verona (dove vivevano gli altri tre arrestati), Modena e Frosinone, nel corso delle quali sono stati sequestrati 15mila euro, due auto e anche proiettili calibro 9. Che l’associazione non avesse problemi a maneggiare armi era emerso anche dalle chat, dove venivano postate le foto di pistole e proiettili.