Bologna, le intercettazioni degli osti spacciatori di cocaina

Il linguaggio in codice usato dai componenti del giro La droga diventava di volta in volta ‘vodka’ o ‘vino’

Il giro di cocaina è stato scoprto dalla squadra mobile

Il giro di cocaina è stato scoprto dalla squadra mobile

Bologna, 9 febbraio 2018 – Erano molto prudenti quando parlavano al telefono. Temevano di essere intercettati, quindi usavano, scrive il giudice, «una innaturale allusività nelle conversazioni, forzatamente brevi e prive di riferimenti al motivo dei concordati appuntamenti». Gli osti spacciatori della ‘Bologna da bere’ avevano un vero e proprio linguaggio in codice in cui la cocaina diventava di tutto, dai «documenti del contabile», alle bottiglie di «vodka o vino». Nonostante queste accortezze, però, la Squadra mobile della polizia è riuscita a raccogliere prove sufficienti perché il pm Roberto Ceroni chiedesse e ottenesse dal gip Francesca Zavaglia 5 ordinanze di custodia agli arresti domiciliari confronti di Antonino Zungri, 32 anni di Vibo Valentia, Savino Biagio Gallucci, 38, di Potenza, Marco Baroni, reggiano di 46, Claudio Sandrolini, bolognese di 30, e Ionut Costin Neacsu, romeno del ’79. Oggi si terranno gli interrogatori di garanzia davanti al gip.

Due figure chiave dell’inchiesta sono, per gli inquirenti, Baroni, gestore della trattoria Trebbi di via Solferino, e Gallucci, ex addetto alla ristorazione di un locale del Mercato delle Erbe (l’unico già sentito dal gip perché arrestato in Basilicata). Il 20 ottobre 2016 Baroni manda un sms a Gallucci chiedendo di chiamarlo con urgenza. Poi si sentono e Gallucci è molto seccato: «C... mandi i messaggi su questo telefono». Baroni dice: «Ascolta coyoteeee... la contabilità... bisogna portare la contabilità al contabile...». Gallucci allora risponde: «Devo chiamare il mio consulente che mi deve... per sapere... se i documenti sono pronti, guarda lo incontro fra mezzora e ti mando un messaggio». L’altro è entusiasta: «Poi domani sera ti faccio tutto quello che vuoi». Un simile entusiasmo per il gip non può certo essere riferito ai documenti del contabile, ma a ben altra merce. Altri indagati parlano in altri episodi di «otto bottiglie di vodka» o di «una bottiglia di vino», intendendo sempre la coca.

«Ho fiducia nell’attento vaglio della magistratura e sul fatto che la posizione del mio assistito venga valutata in sé e non per il contorno», dice l’avvocato di Zungri, Chiara Belletti. «Escludo che il signor Baroni abbia fatto quello che gli viene contestato», afferma il suo legale, Chiara Rizzo. Gallucci, difeso dall’avvocato Giovanni Volratella, si è avvalso della facoltà di non rispondere, mentre Sandrolini, annuncia il suo legale Alessandra Altavilla, oggi «risponderà a tutte le domande».

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