Un momento delle perquisizioni eseguite dalla polizia durante le indagini nei confronti degli odierni imputati

Bologna, 15 luglio 2022 - Quasi tutti hanno chiesto il processo con rito abbreviato, cinque mirano a presentare istanza di patteggiare, se troveranno l’accordo col pm Roberto Ceroni, e solo uno pare intenzionato ad andare a dibattimento. Si è aperta ieri davanti al giudice Maria Cristina Sarli l’udienza preliminare per i 22 imputati dell’inchiesta per spaccio di cocaina che a gennaio scorso portò all’arresto di 11 persone (tre ai domiciliari) e alla disposizione di sei obblighi di dimora. Nel mirino finì quello che il giudice per le indagini preliminari Claudio Paris, nell’applicare le misure cautelari, definì un "fiorente traffico di stupefacenti" con "principali protagonisti" i bolognesi Enzo Guermandi, 36 anni, difeso ora dall’avvocato Stefano Bordoni (che chiederà l’abbreviato), e Andrea Roma, 56 anni. Traffico che si sarebbe sviluppato "sulla piazza bolognese anche grazie a rapporti con circuiti criminali calabresi e albanesi". Un ’giro d’affari’  che coinvolge alcuni volti noti delle cronache cittadine: Fabrizio Cresi, il parrucchiere cesenate già condannato in primo grado nel processo sui festini a base di sesso e cocaina di ’Villa Inferno’ (per lui l’avvocato Donata Malmusi, che con ogni probabilità andrà in abbreviato); e Ala Abidi, il tunisino condannato a otto anni, il mese scorso, per il tentato omicidio del marocchino Anas K., cui sparò a maggio 2021 al Pilastro. Abidi è difeso dall’avvocato Bruno Salernitano; quest’ultimo rappresenta anche F. S., la trentaduenne che a gennaio ebbe l’obbligo di dimora. Accusata di spaccio, è la fidanzata di Osvaldo Arturi (sempre difeso da Salernitano e che all’epoca finì in carcere), secondo la Procura fornitore di cocaina di Guermandi. "Per la ragazza vorremmo presentare istanza di patteggiamento – anticipa l’avvocato Salernitano –. Per quanto riguarda gli altri miei assistiti, con cui pensiamo all’abbreviato, affronterò il processo con serenità, data la grande attenzione che ho notato nel giudice e nel pm nello sviscerare le diverse posizioni, approfondendo il fenomeno e i ruoli in maniera dettagliata". Tra gli imputati diretti verso l’abbreviato (rito premiale che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) ci sono anche Roberto Ratiglia (avvocato Matteo Sanzani), lo studente fuorisede di 28 anni accusato di essere uno dei principali acquirenti dei "soci" Guermandi e Roma e a sua volta rifornitore di cocaina della zona universitaria; G. G., difeso dall’avvocato Robert Venturi, e Mario Di Martino, con l’avvocato Simone Romano. Unico intenzionato a procedere in dibattimento, per ora, è Peppino Raguseo, il presunto "corriere" della droga che per l’accusa si sarebbe messo a disposizione per portare la cocaina in furgone da Bologna alla Calabria. "Ma il mio assistito non ha neppure la patente: il furgone gli era stato chiesto in prestito per un trasloco e per trasportare salumi – attacca il suo avvocato, Saverio Chesi –. Di certo non si era messo a disposizione per portare droga. Difatti non ci risulta ci siano particolari elementi a suo carico, né intercettazioni ambientali".

Cronaca

Bologna, 15 luglio 2022 -&nbsp;Quasi tutti hanno chiesto il processo con rito abbreviato, cinque mirano a presentare istanza di patteggiare, se troveranno l’accordo col pm Roberto Ceroni, e solo uno pare intenzionato ad andare a dibattimento. Si è aperta ieri davanti al giudice Maria Cristina Sarli l’udienza preliminare per i 22 imputati dell’inchiesta per spaccio di cocaina che a gennaio scorso portò all’arresto di 11 persone (tre ai domiciliari) e alla disposizione di sei obblighi di dimora. Nel mirino finì quello che il giudice per le indagini preliminari Claudio Paris, nell’applicare le misure cautelari, definì un "fiorente traffico di stupefacenti" con "principali protagonisti" i bolognesi Enzo Guermandi, 36 anni, difeso ora dall’avvocato Stefano Bordoni (che chiederà l’abbreviato), e Andrea Roma, 56 anni. Traffico che si sarebbe sviluppato "sulla piazza bolognese anche grazie a rapporti con circuiti criminali calabresi e albanesi". 
Un ’giro d’affari’ che coinvolge alcuni volti noti delle cronache cittadine: Fabrizio Cresi, il parrucchiere cesenate già condannato in primo grado nel processo sui festini a base di sesso e cocaina di ’Villa Inferno’ (per lui l’avvocato Donata Malmusi, che con ogni probabilità andrà in abbreviato); e Ala Abidi, il tunisino condannato a otto anni, il mese scorso, per il tentato omicidio del marocchino Anas K., cui sparò a maggio 2021 al Pilastro. Abidi è difeso dall’avvocato Bruno Salernitano; quest’ultimo rappresenta anche F. S., la trentaduenne che a gennaio ebbe l’obbligo di dimora. Accusata di spaccio, è la fidanzata di Osvaldo Arturi (sempre difeso da Salernitano e che all’epoca finì in carcere), secondo la Procura fornitore di cocaina di Guermandi. "Per la ragazza vorremmo presentare istanza di patteggiamento – anticipa l’avvocato Salernitano –. Per quanto riguarda gli altri miei assistiti, con cui pensiamo all’abbreviato, affronterò il processo con&nbsp;serenità, data la grande attenzione che ho notato nel giudice e nel pm nello sviscerare le diverse posizioni, approfondendo il fenomeno e i ruoli in maniera dettagliata". 
Tra gli imputati diretti verso l’abbreviato (rito premiale che prevede lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna) ci sono anche Roberto Ratiglia (avvocato Matteo Sanzani), lo studente fuorisede di 28 anni accusato di essere uno dei principali acquirenti dei "soci" Guermandi e Roma e a sua volta rifornitore di cocaina della zona universitaria; G. G., difeso dall’avvocato Robert Venturi, e Mario Di Martino, con l’avvocato Simone Romano. Unico intenzionato a procedere in dibattimento, per ora, è Peppino Raguseo, il presunto&nbsp;"corriere" della droga che per l’accusa si sarebbe messo a disposizione per portare la cocaina in furgone da Bologna alla Calabria. "Ma il mio assistito non ha neppure la patente: il furgone gli era stato chiesto in prestito per un trasloco e per trasportare salumi – attacca il suo avvocato, Saverio Chesi –. Di certo non si era messo a disposizione per portare droga. Difatti non ci risulta ci siano particolari elementi a suo carico, né intercettazioni ambientali". 
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