ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Colata di cemento, pressing delle Belle Arti per ripristinare i basoli e tutelare il centro

Dubbi della Soprintendenza sull’asfalto nelle vie Farini e Santo Stefano a Bologna. L’urgenza giustifica i lavori, ma ora servono tempi stiche certe. Input al Comune: progetto per recuperare la storica pavimentazione

La colata di cemento nel salotto buono della città

La colata di cemento nel salotto buono della città

Bologna, 10 settembre 2024 – La colata di cemento di via Farini e via Santo Stefano continua a far discutere. Ma, da quello che trapela, oltre agli attacchi del centrodestra e al battibecco social, è la stessa Soprintendenza a intervenire.

Filtra, infatti, che l’architetto Francesca Tomba avrebbe risposto alle comunicazioni del Comune in cui si avvertivano le Belle Arti dell’intervento in pieno centro storico. Un intervento che – come ricordato sia dal sindaco Matteo Lepore, sia dall’assessora alla Mobilità Valentina Orioli – ha carattere temporaneo "fino a che non avremo riaperto via San Vitale e ultimato i cantieri del tram".

La copertura degli storici basoli è, infatti, legata a esigenze stradali: vista la chiusura di via San Vitale a causa del cantiere della Garisenda, molti autobus vengono deviati su Santo Stefano e l’asfaltatura serve a rendere l’asse del centro storico a prova di bus. Per questo motivo, quindi, la Soprintendenza accorderebbe a Palazzo d’Accursio il carattere temporaneo della ’colata’, ma andrebbe oltre, chiedendo al Comune di inviare al più presto il progetto definitivo volto al restauro della pavimentazione del ’salotto’ cittadino, ripristinando quindi i vecchi basoli.

In soldoni: bene procedere in termini provvisori, anche in chiave di incolumità pubblica, ma i basoli vanno salvati. Da qui, sarebbe stata sottolineata dalla Soprintendenza la necessità di organizzare al meglio tali lavori che riguardano la viabilità del centro storico. Insomma, il ragionamento delle Belle Arti è piuttosto chiaro: meglio evitare interventi ‘last minute’ e provvisori come la colata di cemento e optare, invece, su operazioni definitive che possono meglio tutelare le zone di pregio del centro.

Il suggerimento pare sia stato recapitato come un invito, non mancando, però, di far notare a Palazzo d’Accursio che la lingua di cemento nel salotto buono della città non sarebbe stata molta gradita. E, se proprio necessaria per motivi di sicurezza dei cittadini, almeno che abbia davvero carattere d’emergenza, con un’indicazione – chiara – di quanto durerà.

In questa prospettiva, la Soprintendenza avrebbe anche dato alcune indicazioni al Comune su come procedere per far riemergere i basoli e non stravolgere la viabilità: intervenire per tratti, magari in tempi diversi.

Il Comune – come riportato dalla stessa assessora Orioli nelle scorse settimane – avrebbe avvertito le Belle Arti dell’operazione di Santo Stefano e via Farini in due occasioni, a inizio luglio e nella prima settimana d’agosto. La prima comunicazione sarebbe stata più generica, la seconda più dettagliata rispetto ai tratti interessati dall’asfaltatura.

Nei giorni scorsi, le opposizioni non avevano risparmiato critiche all’amministrazione. Il viceministro meloniano dei Trasporti Galeazzo Bignami – dalle colonne del ’Carlino’ – aveva definito i lavori "un’urgenza provocata dall’incuria del Comune", mentre i consiglieri di Fratelli d’Italia presentavano un’interrogazione in Consiglio comunale per chiedere conto dei lavori, dei costi e delle tempistiche della ’colata’. Non ha risparmiato critiche la Lega – con il consigliere Giulio Venturi – che si chiedeva proprio che cosa ne pensasse la Soprintendenza dei basoli coperti dal cemento. Ironia, pur approvando la scelta di Lepore, da parte dell’assessore regionale alla Cultura, Mauro Felicori (Iv): "Un rintoppo alla carlona...".

Il sindaco aveva fatto spallucce: "Solita polemica agostana, la destra è in campagna elettorale".