Quegli sms di Gamberini alla Conti per non far naufragare la Colata

Al vaglio anche le pressioni sul consigliere di Sel, che si è poi dimesso

Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro

Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro

Bologna, 26 settembre 2015 - Colloqui privati, messaggi per interposta persona, telefonate, sms. Le ormai famigerate pressioni, sfociate in vere e proprie minacce, sul sindaco anti-cemento di San Lazzaro Isabella Conti hanno assunto diverse forme, stando agli atti dell’inchiesta della Procura che conta al momento cinque indagati. Sotto la lente degli inquirenti ci sono ovviamente le testimonianze della Conti, che ha riempito diversi verbali, ma anche di diversi consiglieri, avvicinati prima del voto in Consiglio che doveva ratificare lo stop alla Colata, ossia il maxi-insediamento urbano da 582 alloggi per un valore di 300 milioni di euro.

Il sindaco (renziano) di San Lazzaro denunciò tutto ai carabinieri e la Procura, dopo mesi di indagine, ha messo sotto inchiesta per minaccia a corpo politico dello Stato Simone Gamberini, direttore generale di Legacoop Bologna ed ex sindaco Pd di Casalecchio, l’attuale primo cittadino dem di Castenaso Stefano Sermenghi, l’ex sindaco di San Lazzaro Aldo Bacchiocchi, il costruttore Massimo Venturoli e il commercialista Germano Camellini.

Proprio Gamberini nell’autunno 2014 mandò alcuni sms alla Conti, poi consegnati dal sindaco agli inquirenti. Parole rimaste impresse nella memoria del telefonino e dunque non interpretabili o deformabili. Quegli sms sono agli atti dell’indagine e si aggiungono al racconto della Conti sull’«insistenza» di Gamberini nel cercare di farle cambiare idea.

Ma ci sono anche altri sms in questa storia. Come quello inviato alla Conti da Hendrick Hagedoorn, il consigliere sanlazzarese che si dimise il 15 gennaio, poche ore dopo essere stato sentito dai carabinieri come persona informata sui fatti. Hagerdoon, che sedeva tra i banchi della maggioranza come esponente Sel, a fine dicembre fu avvicinato da una persona esterna al Consiglio comunale per parlare della delibera che doveva stoppare la Colata. Una chiacchierata che l’avrebbe sconvolto al punto da inviare subito un sms alla Conti per avvisarla di quanto accaduto: un messaggio dettagliato, con nome e racconto dell’incontro, finito in seguito tra gli atti degli inquirenti.

L’ex consigliere ieri si è celato dietro un categorico «no comment». Una posizione ben diversa da quella assunta a metà gennaio quando, contattato dal Carlino, spiegò che era «inammissibile e inconcepibile che il primo cittadino di San Lazzaro fosse costretto a subire simili pressioni», e che la decisione di lasciare il Consiglio comunale «non era legata a questa vicenda». L’autore del messaggino ad Hagedoorn non è uno dei cinque indagati. E nulla vieta, in teoria, che nell’inchiesta ci siano altri indagati, magari iscritti in epoca successiva rispetto ai cinque raggiunti nei giorni scorsi dall’avviso di proroga delle indagini.

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