Colli di Bologna, degrado e rischio espropri

Viaggio tra Monte Donato, via di Barbiano e dintorni. "Da anni se piove rotolano lattine giù dalla Capannina"

Bologna, 16 dicembre 2022 - "Quanto è bello andare in giro per i colli bolognesi con una Vespa special…" cantava Cesare Cremonini nel 1999 con i Lunapop. Andare per i colli è sempre stato bello e lo sarà ancora cercando magari di scoprire angoli nascosti, a patto però che a balzare agli occhi non sia il degrado anche sotto forma di vere e proprie discariche a cielo aperto e, soprattutto, in mezzo alla natura. C’è qualcuno addirittura che ha pensato bene di buttare un water in mezzo al bosco a lato di via Gaibara, a poche centinaia di metri da Monte Donato, ritrovo per tanti amanti delle grigliate in primavera e in estate.

Alcuni angoli degradati sui colli bolognesi
Alcuni angoli degradati sui colli bolognesi

Il gabinetto è rotolato giù per una ventina di metri dal ciglio della strada e fa compagnia a un paio di gomme di camion e a diversi sacchi di plastica contenenti materiale edile ed altra plastica. All’incrocio fra via di Barbiano e via Santa Liberata c’è invece una casa rurale abbandonata con relativo fienile che conserva un cumulo di oggetti, documenti e attrezzi con ogni probabilità proventi di furti. Uno stato di abbandono dell’immobile che continua da anni in uno dei posti forse più belli e ricercati di Bologna. Nel piazzale di Barbiano ci sono solo due cassonetti verdi per i vetri, ma è spesso utilizzato per lasciare un po’ di tutto come se fosse un punto di discarica. Sacchetti del pattume, tegole di legno, l’immancabile materiale edile, scatole e oggetti vari di cui disfarsi. Affacciandosi poi dalla balaustra che c’è con vista a 180 gradi sulle colline, appena sotto c’è ancora di tutto gettato senza alcun rispetto della natura. Tante bottiglie di vetro (ma non ci sono a pochi metri due cassonetti appositi?) e ancora gomme, cerchioni, tubi e quello che resta di una vecchia lavatrice.

"Questo è un luogo simbolo e di ritrovo per tanti che vengono a passeggiare sui colli – sottolinea Luca Mucci, 41 anni, residente nella zona -, ma c’è chi utilizza questo luogo per portare quello che non gli serve più. Un segno di vera e propria maleducazione da parte di certe persone che di sicuro non abitano qui intorno. Tutti i colli sono in verità un po’ sporchi secondo me, la pubblica amministrazione deve sicuramente metterci un po’ più del proprio per gestire al meglio queste situazioni, però soprattutto faccio un appello ai cittadini di non sversare i propri rifiuti nella natura e di essere più educati e rispettosi".

A pochi metri di distanza c’è quello che resta della famosa, non solo in Italia, discoteca La Capannina che è stata demolita in gran parte due anni fa per vecchi abusivi edilizi. Sarebbe dovuto sorgere un ristorante chic, ma al momento sembra tutto congelato, non si vede nemmeno mai un’anima viva all’interno dello spazio recintato. Nel frattempo, però, continua a scendere dal lato che dà in via della Fratta una fiumana di cocchi di vetro, bottiglie e lattine che per qualche legge fisica continuano a uscire dal terreno soprastante, dove probabilmente erano stati seppelliti, e rotolano giù anche fino in strada a causa della pioggia. Più di un automobilista di passaggio ci ha lasciato una gomma sopra a uno di quei cocci di vetro taglienti come coltelli. Andrà avanti ancora tanto questa situazione anche di pericolo?

"Vengo spesso a correre sui colli – racconta Riccardo Misciattelli, 50 anni – perché ci sono panorami suggestivi e l’aria è più pura che in città. Quello che mi dà più fastidio è vedere al bordo della strada una bottiglietta d’acqua o una lattina di energetico abbandonatilì da qualcuno che magari era venuto a camminare o a correre sui colli. Si disseta, ma poi getta come niente fosse il vuoto dove capita senza prendersi la briga di portarselo con sè o magari riporlo in un cassonetto appena possibile. Trovo difficile comprendere certi atteggiamenti". E Misciattelli non è certo il solo.

 

 

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