Bologna, donna in coma etilico, è gravissima

Era senza cappotto. I sospetti dei sanitari hanno fatto scattare anche le indagini per un’eventuale violenza

Una notte intera passata a bere alcol

Una notte intera passata a bere alcol

Bologna, 20 gennaio 2019 - E' arrivata al pronto soccorso del Sant’Orsola alle 5,30 del mattino per un’intossicazione da alcol gravissima. Un coma etilico profondo, che ha spinto i medici a ricoverarla, in prognosi riservata, al reparto di Rianimazione, dove si trova tuttora. E poi, durante gli esami di routine, quel sospetto, ancora più inquietante: dagli accertamenti a cui la quarantenne bolognese è stata sottoposta al policlinico, è emersa una piccola emorragia interna che li ha spinti a ipotizzare che la donna fosse stata vittima, anche, di una violenza sessuale. Ed allertare quindi immediatamente il posto di polizia dell’ospedale.

Da quanto ricostruito, la quarantenne aveva trascorso la serata in un locale in zona San Mamolo. Aveva bevuto, moltissimo. Tanto che, ormai era quasi mattina, un passante l’aveva trovata a terra in strada: non rispondeva, era sudata e pallida. E avevano chiamato l’ambulanza. Una volta in ospedale i sanitari, come da prassi, per praticare le manovre dovute in casi simili, avevano tagliato gli indumenti che la quarantenne indossava, buttandoli via. Poi, la paziente, che aveva un livello di alcol nel sangue pari a 4 grammi litro e 34 di temperatura, era stata sottoposta a tutti gli accertamenti.

Ed è in questo momento che viene notata una piccola emorragia al mediastino, una cavita toracica tra i polmoni. Gli operatori del 118 riferiscono poi che la donna non indossasse tutti gli indumenti al momento dell’intervento di soccorso: circostanze per cui viene immediatamente attivato il protocollo per verificare se la paziente, ancora in stato di incoscienza, e di conseguenza impossibilitata a parlare, fosse stata vittima di abusi di qualche tipo. E il caso viene segnalato alla polizia: della questione si è occupata la Squadra mobile che, ascoltando le testimonianze di chi per primo ha soccorso la quarantenne, ha ricostruito tutto l’iter fino all’arrivo in ospedale.

Al momento, eccetto i sospetti dei sanitari, non sarebbero emersi ulteriori elementi che potrebbero avvalorare la tesi della violenza sessuale. Ma per accertarlo, è stato necessario anche andare a ripescare tra i cassonetti tutti gli abiti tagliati e buttati al momento della presa in carico della paziente. Che, sebbene esclusa l’ipotesi della violenza, si trova ancora in condizioni gravissime e in pericolo di vita. Le prossime ore, per lei, saranno decisive.

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