"Come se avessero colpito ancora mio figlio"

Mamma Giusy si è sempre battuta perché Alessandro Curto venisse indagato per il tentato omicidio del suo figlio minore. Anzi, questa era stata la sua battaglia principale, da quel tragico 11 agosto di un anno fa, quando suo figlio Davide Ferrerio fu tramortito a pugni da Nicolò Passalacqua e ridotto in coma irreversibile a soli 21 anni. Ora, afferma tramite il suo avvocato Gabriele Bordoni, "il suo proscioglimento è come se Davide fosse colpito ancora una volta, con violenza e ferocia".

Le indicazioni del giudice per le indagini preliminari che dispose l’imputazione coatta per concorso anomalo in tentato omicidio nei confronti del trentunenne che inviò il messaggio "Ho la camicia bianca", mettendo di fatto in moto l’aggressione a Davide, "andavano accolte, soprattutto data la scelta dell’imputato di non chiedere il rito abbreviato. Era doveroso, imprescindibile, disporre il rinvio a giudizio, cosicché il dibattimento potesse essere la sede adeguata per raccogliere e valutare i dettagli su quanto accadde quella tragica sera", afferma l’avvocato Bordoni. La decisione di proscioglimento, al contrario, "lascia basiti, soprattutto per l’intervento in prima persona del capo dell’ufficio della Procura, a difesa di un uomo che il gip definì di ’untuosa viltà’". Anche se, per l’avvocato, "la partita non è finita: attenderemo la definizione degli altri giudizi e speriamo che emerga materiale utile a fare riaprire questo procedimento, dato che un proscioglimento in udienza preliminare non preclude azioni future".

f. o.

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