Comunanza di artisti per dar vita all’emozione

Apre oggi a Palazzo Vizzani, sede di Alchemilla, ’Tu mi chiami a compiere un atto d’amore’, collettiva curata da Kenny Alexander Laurence

Comunanza di artisti per dar vita all’emozione

Comunanza di artisti per dar vita all’emozione

Negli eterni ritorni dell’arte è di nuovo tempo di collettivi, senz’altro un modo per superare, in parte, un concetto abbastanza obsoleto come l’egocentrismo d’artista. Perché, come racconta Kenny Alexander Laurence, origini creole e accento bolognese, portavoce di Slug, – questo il nome del gruppo – "noi nasciamo dalla necessità di capire quali sono le strutture del contemporaneo e come ci possiamo porre verso di esse, radicandoci nell’emotività non schizoide ma empatica". La nuova esperienza all’insegna della pluralità vede in campo sei artiste e artisti con l’urgenza di chiamare a raccolta un impegno generazionale che coinvolga tutte le parti, artisti e pubblico in egual misura, verso la ricerca di paradigmi sociali alternativi. È nato alla Naba di Milano, la Nuova Accademia di Belle Arti che sta facendo molto parlare di sé, ma si presenta per la prima volta in pubblico oggi a Palazzo Vizzani di via Santo Stefano , sede dell’associazione Alchemilla, con la mostra ’Tu mi chiami a compiere un atto d’amore’ (fino al 28 maggio), curata proprio da Laurence. L’idea di creare tutto questo ha avuto i primi fuochi durante la pandemia, quando i giovani artisti tra i 22 e i 26 anni, allora solo colleghi, hanno finalizzato anche la loro amicizia. Le loro opere occupano le varie stanze dell’appartamento e le singole pratiche artistiche – dall’installazione scultorea, all’audio-video, alla performance – si intrecciano in un discorso corale "volto alla scrittura di nuovi codici d’esistenza che, inediti, si rendono leggibili solo attraverso una sensibilità empatica che fiorisce nella collettività".

Ognuno crea un proprio mondo di indagine e racconto. Riccardo De Biasi utilizza la ceramica per raccontare un’Italia anacronistica, futura ma già vissuta, ricca di un immaginario vernacolare punk che ha come capitale Borgo Africa, una località seminventata del Pordenonese; Nicola Bianco si esprime secondo una poetica di gesti delicati permeati di un misticismo naturalistico esistenziale; Camilla De Siati transita per l’onirico alla ricerca di simboli, forme e schemi visuali per poi centrarsi nella cruda fisicità del corpo femminile; Marco Resta indaga la mascolinità guardandola come un negativo fotografico. Rebecca Momoli, che ha già lavorato con Cheap sul tema dell’autodeterminazione,esplicita una ricerca sui diritti di proprietà del corpo femminile e della sua immagine e Laurence, come un osservatore dell’invisibile, indaga la storia e la cultura antilliana come modello per un futuro globalmente creolo.

Benedetta Cucci

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