"Con il Metrobus migliorerà subito il collegamento per Bologna"

Il sindaco Montanari replica ai 5 Stelle sull’abbandono del progetto ferroviario: "Sarebbe costato troppo"

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La vecchia ferrovia Budrio-Medicina-Massa Lombarda, dismessa da oltre cinquant’anni, torna a far parlare di sé in questi giorni. I Cinque Stelle hanno attaccato Comune e Città Metropolitana perché invece di puntare sul ritorno del treno, hanno preferito il metrobus elettrico. La storia della ferrovia chiusa ha tenuto spesso banco negli ultimi anni: nel 2018 il Comune di Medicina decise di stanziare circa 20mila euro per l’aggiornamento dello studio di fattibilità sulla linea. Dall’analisi emerse il costo improponibile per riattivarla: circa 150 milioni. La conferma arriva dal sindaco di Medicina Matteo Montanari che invita i Cinque Stelle a non fare proposte demagogiche: "Riaprirla costerebbe 150 milioni e nelle proiezioni non avrebbe velocizzato il tempo di percorrenza perché un treno oggi non può più girare su un tracciato di 100 anni fa. È cambiato tutto e servono standard quasi impossibili da raggiungere. Basta leggere lo studio e non farne una questione ideologica".

E aggiunge: "Il piano strategico del Comune prevedeva l’aggiornamento dello studio sul ripristino della ferrovia e l’amministrazione lo ha affidato immediatamente a professionisti specializzati. Sono emerse indicazioni che hanno portato la Città Metropolitana a individuare il Metrobus come la soluzione più efficiente per collegare Medicina a Bologna. La scelta è aspettare altri 40 anni il ritorno del treno o cercare da subito di migliorare i collegamenti con Bologna con mezzi nuovi e percorsi più veloci".

Montanari punta fortemente sul metrobus: "Con il sindaco di Granarolo Alessandro Ricci abbiamo già chiesto alla Città Metropolitana di discutere i progetti nei consigli e con Merola cercheremo un’interlocuzione con Roma perché i nostri progetti siano presi in seria considerazione per il finanziamento".

E dire che è una storia gloriosa quella del treno a Medicina: i 26 chilometri della Budrio-Massa Lombarda, gestiti dalla Società Veneta, vennero inaugurati nel 1887, anno in cui fu attivato anche il tracciato Bologna–Budrio-Portomaggiore, migliorando in questo modo i collegamenti su strada ferrata fra i paesi serviti dalla linea con Bologna. L’avvento dell’automobile fu tra i principali motivi che portarono alla chiusura della linea nel 1964, quando il servizio venne via via sostituito da autobus.

Oltre allo studio del Comune, nel 2003 la società Metis-Gruppo T Bridge svolse per conto della Provincia di Bologna un’analisi dei costi per il ripristino della linea ferroviaria che parlava sempre di 150 milioni di euro necessari per la riattivazione delle rotaie. Negli ultimi anni, infine, è stata promossa una petizione che ha portato in dote oltre 500 firme a favore del ritorno del treno.

Matteo Radogna

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