Bologna, condannato per stalking: rieducazione o carcere

Perseguitava una collega: la sospensione condizionale della pena è subordinata alla frequentazione di un corso anti-violenza

Valsamoggia (Bologna), 22 novembre 2022 - Collega amorevole di giorno e stalker implacabile di notte. E’ il doppio volto del 34enne bolognese condannato pochi giorni fa a due anni di reclusione e 15mila euro di risarcimento, subordinando la sospensione condizionale della pena allo svolgimento di un percorso di recupero presso un Centro di antiviolenza, per il reato di atti persecutori prolungati per quasi un anno nei confronti di una 23enne di Valsamoggia con la quale pretendeva di instaurare un rapporto sentimentale.

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Le indagini sul caso di stalking sono state condotte dai carabinieri
Le indagini sul caso di stalking sono state condotte dai carabinieri

I fatti risalgono a due anni fa. E vedevano il persecutore che mentre di sera e di notte tempestava la ragazza con messaggi con esplicito contenuto sessuale e centinaia di telefonate anonime, negli intervalli del lavoro avvolgeva con un braccio le spalle della ragazza nella speranza di ottenerne riconoscenza di abbracci ben più calorosi. Approcci che la giovane collega rifiutava sistematicamente. Lui però non si è dato per vinto e giorno dopo giorno ha allestito un teatrino perverso nel quale ha aggiunto e interpretato in successione altri parti in commedia, compreso quella di sedicenti carabinieri che in virtù dei rapporti di amicizia con il persecutore garantivano la temporanea sospensione delle telefonate e dei messaggi anonimi, arrivati a centinaia da numeri fittizi generati dalla rete, tutti riconducibili alla sua iniziativa. Nonostante ciò le resistenze della concupita non si sono abbassate, tanto che l’innamorato respinto è entrato anche nel ruolo del delatore raccontando di presunti tradimenti del fidanzato.

La vittima domandava informazioni sullo sviluppo delle indagini, sempre millantate, fatte avviare agli amici delle forze dell’ordine, e lui dimostrava a parole tutto il suo impegno chiedendo un riconoscimento per la sua dedizione. Comportamenti che hanno fatto nascere nella ragazza il dubbio sulle vere azioni e intenzioni del collega. In questa fase di stallo lo stalker ha iniziato a offenderla, facendola sentire in colpa, facendo intendere che la seguiva nei luoghi che lei frequentava, fino ad arrivare a minacciarla di violenza fisica e anche di azioni di rivalsa da parte dei presunti carabinieri amici. Una escalation di atti persecutori ai quali la vittima ha messo fine recandosi nella caserma dei carabinieri di Casalecchio ed esponendo la vicenda ai (veri) carabinieri. Da qui le indagini, gli interrogatori, la denuncia e il processo che ha visto la vittima assistita dagli avvocati Silvia Zanuccoli e Valeria Lanzoni, le quali sottolineano il lavoro determinante svolto dai militari della stazione.

 

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