Confindustria Emilia Caiumi scuote Bologna "Sia internazionale come le sue imprese"

Il numero uno degli imprenditori locali promuove la visione di Lepore: "Ma per una città centrale in Europa serve una svolta al Marconi". Le aziende del territorio? "Sul pezzo e reattive, non come il governo"

Migration

di Rosalba Carbutti

"Le imprese emiliane sono le prime della classe. Il 2021 è stato straordinario e anche il 2022, nonostante le difficoltà, sta andando bene. Peccato che la reattività delle nostre aziende non corrisponda alla stessa velocità del governo, della politica, delle istituzioni". Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, che raggruppa le imprese di Bologna, Modena e Ferrara, è abbastanza ottimista. Ma non mancano le preoccupazioni legate al caro-energia.

A fronte di imprese ’sul pezzo’, la politica arranca. Che cosa ne pensa del primo anno di mandato di Matteo Lepore?

"Non ci aspettiamo che un sindaco abbia la bacchetta magica. Per realizzare cose importanti serve tempo. In particolar modo se sono mancate innovazioni di livello negli anni precedenti".

Lepore è penalizzato dalle amministrazioni precedenti?

"Il suo percorso è iniziato in salita. Non è facile in un anno partire con nuove idee se prima di te non ci sono stati leader portatori di grandi cambiamenti. Ma ciò che apprezzo del sindaco è il tentativo di rendere Bologna centrale a livello europeo, mettendola in collegamento con altre città. Credo sia la scelta giusta".

Bologna spiccherà il volo?

"Vediamo se Lepore metterà a terra progetti ambiziosi di crescita. Bologna deve ambire ad essere una città internazionale come le nostre imprese. Il nostro territorio gira il mondo".

La politica ce la fa da sola?

"Deve tracciare le linee, ma per realizzare quanto immaginato ci vogliono tecnici con capacità d’inventare il futuro".

Che fare per rendere Bologna internazionale per davvero?

"Dobbiamo pensare, intanto, alla città metropolitana. Bologna è crocevia della nostra regione e di tutta l’Italia. Ce ne siamo accorti con la stazione prima e oggi col Passante, un’opera importantissima, che riguarda il Paese non solo le Due Torri. Lo stesso deve valere per l’aeroporto. Mi auguro che regione, città metropolitana, azionisti e associazioni diano una maggiore impronta al Marconi. Affinché Bologna sia protagonista a livello europeo, per contare davvero, non può usare solo un’utilitaria. Serve un vero aeroporto".

Il quadro delle imprese emiliane resta confortante?

"Sì. La grande fortuna di un’alta percentuale di export ci avvantaggia molto rispetto ad altri territori più votati al mercato interno. Certo, anche noi finiamo nella morsa del caro-energia".

Quanto incide il caro-bollette?

"Le nostre imprese sono sul ’pezzo’. Molto reattive ai cambiamenti e anche a rispondere a situazioni complesse. Ma il problema è che a fronte di una grande velocità di reazione delle aziende, non corrisponde altrettanta velocità da parte del governo...".

Un nuovo governo...

"Far cadere l’esecutivo Draghi è stato ingiustificabile. Solo degli incoscienti con tutto quello che c’è in ballo, Pnrr in primis, potevano fare questa scelta. Il nostro modello emiliano funziona perché guarda a un modello internazionale, non ha più i ritmi di prima. E la politica e le istituzioni, invece, che cosa stanno facendo per il pre-payment?".

Il pagamento anticipato per i consumi energetici presunti rischia di mettere in ginocchio le imprese?

"Quelle piccole e medie rischiano di entrare in grande difficoltà. Il governo intervenga. Subito".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro