Per continuare a "dimostrare che confiscare un bene non significa sprecare ricchezza, ma recuperarla e restituirla alla comunità a cui era stata sottratta", come sintetizza il presidente del tribunale, Francesco Maria Caruso, a Bologna è stato rinnovato il protocollo d’intesa per la gestione e il riutilizzo dei beni confiscati. L’obiettivo dell’accordo, sottoscritto con sindacati e associazioni antimafia come Libera e Avviso pubblico, è di consentire da un lato la sopravvivenza delle imprese sequestrate ai sensi del Codice antimafia, e dall’altro favorire l’utilizzo tempestivo dei beni immobili assegnandoli provvisoriamente ai soggetti ai quali potrebbero essere destinati dopo la confisca definitiva. Non a caso, il nuovo accordo è stato siglato a Villa Celestina, confiscata a Giovanni Costa, che riciclava i soldi di alcune famiglie mafiose, e ora gestito da Libera.
CronacaConfiscare beni alla mafia