Bologna, confronto sui vaccini. "Rifiutare l'iniezione è come passare con il rosso"

Tanti genitori "dubbiosi" all'incontro con i medici del Sant'Orsola. Ecco domande e risposte

Viale, Attard e Faldella hanno risposto ai dubbi dei genitori

Viale, Attard e Faldella hanno risposto ai dubbi dei genitori

Bologna, 19 maggio 2017 - Si è tenuto oggi pomeriggio al padiglione di infettivologia del Policlinico Sant'Orsola l'incontro tra medici e genitori dubbiosi sulle nuove norme in materia di vaccini, con lo scopo di rispondere ai dubbi, alle paure e alle esigenze sollevate sull'argomento dalle famiglie. Presenti, in qualità di esperti infettivologi, il professor Pierluigi Viale, direttore responsabile del reparto, e il professor Luciano Attard, insieme al professor Giacomo Faldella, neonatologo. L'incontro è nato a seguito della richiesta di maggior chiarezza sui dati, sui rischi e sulle complicazioni delle profilassi, avanzata soprattutto dal gruppo di genitori 'Vaccipiano', cresciuto a seguito della promulgazione della legge regionale, per la quale ha già effettuato ricorso al Tar.

Le domande sono state tante e diverse, dalla tracciabilità dei vaccini al rischio di mandare a scuola un bambino appena vaccinato, dalle diverse politiche adottate nei vari paesi europei ai metalli e adiuvanti contenuti nelle varie dosi. Tutte, però, hanno gettato luce sulla volontà di avere dettagli più precisi sui numeri di reazioni avverse ai trattamenti, considerati necessari dai genitori per avere un quadro generale più chiaro e informato, anche a seguito dei tanti e svariati consigli sul tema. Molti papà e mamme, infatti, fogli alla mano, hanno chiesto chiarimenti su studi pubblicati da altri medici, per avere un confronto diretto con gli esperti senza confondersi tra i vari pareri, a volte discordanti.

"Io capisco perfettamente i dubbi e le perplessità dei genitori - ha spiegato il professor Viale -. Quella che secondo me manca è una coscienza globale e "civica": bisogna capire che vaccinare un bambino non è niente di diverso da 'fermarsi al semaforo rosso'. Non sto dicendo che un caso di reazione avversa, che può capitare, seppur su numeri di larghissima scala, non sia importante. Ma il farmaco perfetto non esiste e non esisterà mai: le politiche vaccinali sono un servizio per tutti. Detto questo, in ogni caso, nessun genitore viene lasciato da solo".

I rappresentanti del gruppo Vaccipiano, tra cui Simone Marcandalli, già intervenuto in altri contesti come portavoce, hanno sottolineato ancora una volta di non essere contrari ai vaccini, ma di considerarsi al limite "freevax", quindi dubbiosi sull'obbligatorietà dei trattamenti. "Sbagliato - ha detto il gruppo Vaccipiano - è polarizzare il dibattito, così come generare un clima di allarmismo. enfatizzando le complicanze delle malattie. Noi siamo qui oggi per avere risposte dirette, chiare, che ci aiutino a districarci in un argomento complesso: ciò che non capiamo è perché vengano minimizzati i rischi delle profilassi".

Alla domanda, all'interno del dibattito, ha risposta la dottoressa Maria Grazia Pascucci, pediatra che si occupa anche dell'organizzazione dei calendari vaccinali. "Bisogna spiegare - ha osservato Pascucci - che non c'è la certezza assoluta che le reazioni avverse siano causate dei vaccini: a volte alcune conseguenze, come gli svenimenti, vengono collegate ai vaccini semplicemente perché il bambino perde i sensi a seguito dello shock causato dalla paura dell'ago".

Nonostante la volontà espressa dai medici di rimanere su domande e risposte a carattere puramente scientifico e non politico o normativo, il discorso non poteva mantenersi completamente estraneo al recente decreto in materia. Sull'argomento il pensiero degli esperti si è mantenuto sulla stessa lunghezza d'onda durante tutta la discussione. "Se potessimo dare il consenso - ha sottolineato Viale - a 20 o 25 vaccini, lo faremmo. Va ribadito che costano poco, ma danno tanto, tantissimo. Io sono estremamente schierato perché in qualità di medico ho visto bambini costretti all'amputazione di un arto, e sono esperienze che ti segnano".

"Le paure e le precauzione avanzate dalle mamme sono legittime - ha chiarito il professor Faldella - ma deve esistere quel rapporto di fiducia medico/paziente che sta venendo a mancare. Capisco che dati discordanti in materia non aiutano a costruire questo rapporto di fiducia, ma è essenziale. Ora c'è la paura per i vaccini perché le malattie sono state sconfitte. Prima c'era solo lo sgomento per le patologie, bisogna capire l'importanza di questi trattamenti". 

Sul tema delle responsabilità dei medici, la dottoressa Pascucci ha ribadito: "Se ci fosse un documento che attesta la pericolosità dei vaccini, noi saremmo i primi ad aver paura di vaccinare i vaccini. Ma questi superano molti più controlli di tanti farmaci, un'incredibile quantità di controlli in più rispetto alle creme che le donne si mettono quotidianamente (tesi avvalorata anche dagli altri dottori presenti). Per non parlare dei test di qualità che fanno le auto: è molto più rischioso mettersi alla guida e schiacciare l'acceleratore che essere trattati da un vaccino. Io sono pediatra e studio i vaccini da decenni, ho un bambino e gli ho fatto fare tutti i vaccini. Lo amo più della mia vita e, parlando da mamma, è chiaro che ho provveduto alla sua salute nella massima consapevolezza. Chiedo di ascoltarmi e fare altrettanto".

"Oltre alle bufale che si possono leggere online - ha aggiunto Viale - esistono siti e motori di ricerca che  ricostruiscono la storia scientifica dei vaccini e dei farmaci in generale, come PubMed, che invito a consultare: questi sono utilissimi e aiutano a fare chiarezza". E ancora, il direttore del reparto ha fatto riferimento anche ad alcune pubblicazioni. "Su tutte, invito a consultare 'Immunità e vaccini' (2016, Mondadori editore) del professor Mantovani, uno dei più grandi immunologi del mondo".

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