Conte carica Bologna: "Qui, la culla 5 Stelle"

Il leader si collega all’assemblea stellata tra gli applausi. Ma Piccinini lo avverte: "Sulle Parlamentarie non stravolga le scelte della Rete"

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di Rosalba Carbutti

Il M5s riparte dall’Emilia-Romgna. Qui, dove tutto iniziò con il famoso Vaffa day in piazza Maggiore nel 2007, attivisti, referenti regionali, parlamentari si sono ritrovati per definire il partito che verrà. Ad animare un Movimento in difficoltà dopo la caduta del governo Draghi e la rottura con il Pd, in collegamento da remoto arriva il leader Giuseppe Conte. Davanti all’assemblea regionale con circa mille gli attivisti che hanno seguito l’incontro in presenza all’Hotel Savoia Regency e online, l’ex presidente del Consiglio in camicia bianca, ha voluto festeggiare un anno di presidenza del Movimento 5 Stelle proprio nella regione dove tutto è nato.

"Dobbiamo ripartire da qui, dalla culla del M5s. Perché abbiamo iniziato dal vostro territorio", dice a gran voce Conte. La platea applaude e si entusiasma non appena attacca Luigi Di Maio, ex capo politico, oggi fuori dal M5s e alleato del Pd: "Abbiamo perso compagni di strada attirati da sirene del potere e del sistema. Noi continuiamo a testa alta con i nostri valori. Ci sono partiti che fino a ieri hanno lavorato con noi sull’ambiente, ora cambiano strada e accolgono chi cambia casacca", punge.

L’ex premier, mentre in questi giorni arrivano le candidature per le Parlamentarie, detta la linea stellata, sterzando sempre più a sinistra. E dicendosi convinto della corsa solitaria, non lesina critiche agli ex alleati dem: "Il Pd si è incartato da solo. E ormai ha creato un assembramento in cui si offendono ogni giorno". Non mancano attacchi a Giorgia Meloni (che votò contro il Recovery fund), rivendicando di aver portato casa, con il suo governo, 209 miliardi dall’Europa mentre dal centrosinistra si sarebbero accontentati del Mes, e ora "avremmo la Troika". Punzecchia Draghi, dal Superbonus al Dl aiuti, e sintetizza: "I cittadini vengono prima dei migliori". L’assemblea applaude, i parlamentari pentastellati emiliano-romagnoli, Lanzi, CroattI, Montevecchi, Sarti, Zanichelli, Mantovani, Spadoni e Ferraresi annunciano una "campagna elettorale piena di passione", ma il rischio tensioni è dietro l’angolo. Il nodo sono le le prossime candidature per il Parlamento. La corsa solitaria non aiuta. E se nei collegi uninominali centrodestra e centrosinistra rischiano di far man bassa, per il M5s la partita si gioca nel proporzionale. Da qui, le regole per il voto web diventano fondamentali.

Rispetto al 2018 non è più obbligatorio per chi ha più di 40 anni candidarsi al Senato e chi ne ha meno di 40 alla Camera. Ergo, il rischio è che sia Conte a scegliere come posizionare i candidati. E così qualche fedelissimo potrebbe essere piazzato nel posto più favorevole al di là dell’età. L’avvertimento arriva dalla consigliera regionale M5s Silvia Piccinini: "Per la scelta dei capilista M5s alle prossime Politiche, Conte non stravolga il voto della Rete. Non vorrei che facessimo le Parlamentarie con grandi aspettative – dice Piccinini – e poi il capo politico decide che nella posizione più favorevole di capolista ci mette qualcun altro. È legittimo che il capo politico possa decidere, ma non stravolga la volontà della comunità M5s espressa in Rete". Morale: le fibrillazioni non sono finite.

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