Bologna, contributi e Iva non versati: società sottrae 9 milioni di euro

L'azienda, che opera nel settore Oil&gas, dovrà regolarizzare la posizione dei dipendenti e pagare una sanzione da 50mila euro

Le indagini della Finanza hanno preso il via nel 2019

Le indagini della Finanza hanno preso il via nel 2019

Bologna, 18 novembre 2022 - Un sistema di distacco transnazionale di lavoratori non autentico, in violazione delle normative in materia di occupazione, che ha coinvolto più di 50 lavoratori, per un totale di "45mila giornate di distacco". E' quanto avrebbe messo in piedi una società operante nel settore Oil&Gas. In questo modo, la società avrebbe potuto godere di "un regime contributivo meno oneroso", e così facendo ha sottratto a tassazione una base imponibile ai fini Ires per otto milioni di euro e Iva dovuta per un milione e mezzo circa.

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Si è appena conclusa l'operazione 'Black light' della Finanza di Bologna, che ha eseguito una verifica tributaria nei confronti della società di Oil&Gas, cavi sottomarini e ingegneria.

Le indagini

Le indagini, avviate nel 2021 dal nucleo di polizia economico-finanziaria bolognese, hanno portato le fiamme gialle a scoprire che la società controllata, per usufruire indebitamente di un regime contributivo meno oneroso, ha fatto risultare gran parte dei propri dipendenti come incardinati nell'ambito di due società svizzere compiacenti, che simulavano sistematicamente la fornitura alla società italiana di consulenze altamente specializzate.

I finanzieri hanno ricostruito che, in realtà, i lavoratori impiegati "sarebbero stati organizzati, coordinati e diretti dalla società bolognese per quanto attiene sia ai turni di lavoro e alle mansioni da svolgere, sia alla pianificazione delle ferie e dei permessi". Anche le assunzioni, formalmente a cura delle società svizzere, sarebbero state in realtà decise dai manager bolognesi.

"Il distacco transnazionale non genuino ha consentito, quindi, al datore di lavoro - fa sapere la Guardia di finanza - di beneficiare indebitamente di una minore imposizione fiscale e contributiva e di erogare ai dipendenti stipendi più bassi". Ora la società in questione dovrà regolarizzare la posizione dei dipendenti, e nel frattempo ha pagato una sanzione amministrativa di 50mila euro, l'importo massimo comminabile.

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