Bologna, contributi non versati e fatture false. Sequestrati 2 milioni a due imprenditori

Denunciati i titolari di due aziende di articoli medicali e ortopedici di Castel Maggiore: avevano di fatto ‘esternalizzato’ fittiziamente 160 dipendenti

L'operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza

L'operazione è stata condotta dalla Guardia di finanza

Bologna, 10 gennaio 2020 – Ammonta a circa due milioni di euro, tra conti bancari, quote societarie e beni immobili, il maxi sequestro preventivo compiuto dai militari del comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna nei confronti di due imprenditori, padre e figlio di 73 e 43 anni, padre e figlio residenti in provincia, denunciati in quanto ritenuti responsabili della commissione di vari reati tributari. Al maxi-sequestro, pari al valore delle imposte evase, si è arrivati al termine di un’articolata attività di polizia economico-finanziaria, conclusa appunto dal provvedimento disposto dal Giudice per le indagini preliminari, Grazia Nart. In particolare, l’indagine, coordinata dal pm Manuela Cavallo e condotta dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Bologna, ha permesso di scoprire come gli indagati, titolari di due aziende operanti nel commercio all’ingrosso di articoli medicali e ortopedici con sede a Castel Maggiore, "avessero di fatto ‘esternalizzato’ fittiziamente i propri dipendenti tramite la loro formale assunzione da parte di una società di servizi con sede a Pieve di Cento, riconducibile ai due ma intestata a un prestanome, con la quale era stato stipulato un fittizio contratto di appalto; mentre in realtà esisteva un mero rapporto di illecita somministrazione di manodopera". Tale stratagemma, spiegano dalla Guardia di finanza, ha consentito ai due imprenditori di impiegare irregolarmente in un biennio oltre 160 dipendenti senza sopportare i relativi oneri contributivi e di lucrare il risparmio di imposta (pari a 1,8 milioni di euro) derivante dall’utilizzo indebito di fatture inesistenti per oltre 9,5 milioni di emesse, a fronte del contratto di appalto, dalla società di servizi che, a sua volta, ha omesso di versare tutte le ritenute d’imposta e previdenziali dovute. Le indagini svolte dalle Fiamme Gialle di Bologna, attraverso l’esame della documentazione contabile e di natura informatica acquisita nel corso di mirate perquisizioni e l’escussione di numerosi lavoratori dipendenti, hanno permesso di ricostruire dettagliatamente il particolare meccanismo fraudolento, di individuare i beni e le disponibilità finanziarie riconducibili all’indagato e di richiedere ed ottenere dal Gip il provvedimento cautelare.  

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