Bologna, coppia gay a messa dopo le 'nozze': è polemica

Il fatto è avvenuto a Budrio, l’11 giugno. Le accuse sui social: "Il sacerdote ha violato il divieto di benedire unioni omosessuali"

Un ‘matrimonio’ gay in una foto d’archivio

Un ‘matrimonio’ gay in una foto d’archivio

Budrio (Bologna), 17 giugno 2022 - Una coppia omosessuale si unisce civilmente e poi, insieme agli amici più intimi, partecipa a una messa celebrata da don Gabriele Davalli, direttore dell’Ufficio diocesano per la Famiglia. È successo a Budrio, sabato scorso. E se la si racconta così, senza entrare nel merito, la storia si presta a una marea di interpretazioni.

Come da copione, le più malevoli sono quelle che viaggiano sui social e insinuano che questo stato sia un tentativo per introdurre nella dottrina cattolica qualcosa che non è permesso: la benedizione di un’unione fra persone dello stesso sesso. Un divieto che, secondo i più intransigenti, è stato infranto con la complicità dell’arcidiocesi.

Non essendoci stata benedizione ad hoc per i due conviventi, quanto accaduto ha tutta un’altra morale e dimostra, ancora una volta, quanto sia necessario stare sempre in cammino, soprattutto quando le cose non si capiscono.

Poco più di un anno fa, in un video, i due ragazzi raccontano la loro relazione, come non sia sempre facile coniugare quello che provano con il dono della fede che sanno di avere e come sentano come ingiusta la risposta della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla possibilità di benedire le unioni omosessuali.

Questa decisione la leggono come discriminante, ma cercano di comprenderla e accettarla. Restano in un gruppo che, appunto, si chiama ‘In Cammino’, condotto da don Maurizio Mattarelli, parroco a San Bartolomeo della Beverara e dalla psicologa Laura Ricci.

È un gruppo che ascolta e sostiene le coppie credenti omosessuali e le aiuta a scoprire come anche il loro rapporto sentimentale sia un segno della benevolenza di Dio e vada vissuto in una ottica di fede. Da qui l’idea di ringraziare per il bene che la loro unione esprime e genera.

"Ho letto anche io i giudizi negativi sulla cerimonia di ringraziamento di sabato – spiega don Mattarelli, che era tra i concelebranti – e ho un solo consiglio, quello di non fare delle valutazioni teoriche, ma di conoscere di persona questi due ragazzi, o le coppie omosessuali che frequentano il nostro gruppo e di formulare un giudizio solo dopo aver fatto questa esperienza: la Chiesa è chiamata ad unire, non a dividere".

C’è anche chi se la è presa con il cardinale Matteo Zuppi, rimarcando come nella sua diocesi si infranga quanto stabilito dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. L’arcivescovo, però, nella giornata di ieri ha preferito incontrare in seminario i bambini di Estate Ragazzi, ringraziandoli per come stanno accogliendo i loro coetanei ucraini.

Sulla questione la posizione della curia è sempre la stessa, ribadendo che l’orientamento sessuale non è una colpa e che non vi è stata nessuna benedizione dell’unione. Chi critica, anche con cattiveria, probabilmente non ha letto parte finale del documento a cui si appella. "La Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo – si legge nell’ultimo paragrafo del Responsum – perché per Lui siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare. Ma non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui. Egli infatti ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo". Dio Padre, quindi, punta a cambiare tutti, anche i benpensanti e i conformisti.

 

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