Partita dopo partita l’atletismo di Isaia Cordinier si sta evidenziando in modo costante alle Olimpiadi di Parigi. I suoi venti punti messi a segno martedì contro il Canada hanno consentito alla Francia di staccare il biglietto per le semifinali, con i transalpini che questo pomeriggio affronteranno la Germania in un scontro storico che deciderà quale delle due andrà a contendere la medaglia d’oro a chi vincerà l’altro match tra Serbia e Stati Uniti. Per chi crede che il destino di ciascuno sia in parte deciso dal proprio nome, non è una sorpresa che l’esterno della Virtus anche in questi Giochi sia partito un po’ in sordina, segnando solo due punti con il Brasile e poi abbia avuto una lenta e durevole crescita: Isaia in ebraico antico significa ‘salvezza’, ma non nel senso di un salvagente a cui aggrapparsi quando si è con l’acqua alla gola, quanto nell’essere il mezzo a cui affidarsi quando ci si deve liberare il problema.
Resta il fatto che nelle sue tre stagioni in cui ha vestito la maglia della V nera il suo atletismo, e di conseguenza le sue prestazioni, sono paragonabili ad un fungo che ad intervalli imprevedibili sbuca dal sottobosco e fa la differenza.
Spetterà al coach bianconero Luca Banchi trovare quella chiave necessaria ad avere un’arma in più in stagione considerando anche l’Eurolega. Fisico ed esplosività dei suoi muscoli saranno due requisiti necessari per mettere una diga tra il proprio canestro e l’attaccante avversario. Il dato curioso è che anche in Europa la partita migliore Cordinier l’ha giocata in Francia a Lione con la Virtus che lo scorso ottobre si impose sul Villeurbanne con il risultato di 84-87. Visto quello che sta combinando alle Olimpiadi verrebbe da dire che per giocare bene gli serve respirare l’aria di casa, ma sarebbe troppo riduttivo pensare che tutto si riassuma in questo fattore. Professionista inappuntabile per la sua dedizione al lavoro, fa discutere quando il punto di osservazione diventa il suo personalissimo ‘dress code’. Lo scorso febbraio la sua scelta di tingersi i capelli di color ciano fece infatti arrabbiare i vertici bianconeri tanto che c’era chi non voleva farlo giocare a Torino durante la final eight di Coppa Italia. Per la verità quella decisione non gli portò particolarmente bene visto che dà lì in poi infilò una serie di prestazioni negative. Nella sua nazionale, qualcuno lo deve aver messo sul chi va là dato che non ha mai cambiato pettinatura, attenendosi a una acconciatura da legionario. Il tutto senza rinunciare alla sua simpatia e al suo essere sempre disponibile con chi gli chiede un autografo o un selfie. Una gentilezza spontanea che lo ha fatto entrare nel cuore dei suoi tifosi, tanto che oggi la Bologna virtussina tifa per lui.
Massimo Selleri