Coronavirus Bologna, Pierinelli. "Bus con badanti dell’Est, servono i tamponi"

Pierinelli, presidente dell’autostazione: "Ogni mese circa 200 persone da Bulgaria e Romania. La Regione faccia un’ordinanza"

Il presidente dell'autostazione Pierinelli

Il presidente dell'autostazione Pierinelli

Bologna, 4 agosto 2020 - Il rischio, secondo gli esperti, è il Covid da importazione. E, considerando la crescita dei contagi nei Paesi dell’Est, il timore c’è. È da quelle zone, infatti, che arriva il maggior numero di colf e badanti. In autostazione, ad esempio, da Romania e Bulgaria ci sono circa due pullman alla settimana. A conti fatti, si tratta di circa 50 persone ogni sette giorni e 200 al mese. A Roma Tiburtina sono corsi ai ripari con tamponi rapidi ai passeggeri provenienti dall’Est Europa. David Pierinelli, presidente dell’autostazione, auspica un ‘modello Tiburtina’ anche per Bologna: "Serve un’ordinanza regionale, come hanno fatto nel Lazio. Così l’Asl potrebbe avere il suo hub e sottoporre le persone provenienti da zone a rischio ai test del caso. Credo che prevenire sia sempre la soluzione migliore".

Leggi anche Covid Italia, ultimo bollettino del 4 agosto - Quasi 1,5 milioni di italiani ha sviluppato anticorpi - Vaccino italiano: anche a Piacenza al via la sperimentazione Ad oggi in Emilia-Romagna non c’è un’ordinanza in questo senso. Come vi state muovendo? "L’unica cosa che facciamo è inviare ogni settimana un report alla prefettura con l’elenco dei pullman che arrivano". Quante badanti e colf arrivano dai Paesi dell’Est ogni settimana? "Difficile fare stime. Da quei Paesi giungono anche lavoratori stagionali, edili. Vorrei, però, ricordare che non è più l’autostazione delle badanti da quando ci sono i voli low cost. Prima del Covid sono arrivate qui otto milioni e mezzo di persone". Già, ma poi è arrivato il virus che ha cambiato tutto... "In effetti la situazione si sta assestando con quasi il 70 per cento dei pullman nazionali e internazionali rispetto all’anno scorso e il 100 per cento dei bus di Tper. Per il turismo, invece, siamo ancora a zero". Esiste un protocollo ad hoc per chi arriva in autostazione? "Noi siamo tenuti a igienizzare gli ambienti chiusi e invitare tutti a utilizzare le mascherine sia all’interno dell’autostazione sia all’esterno, sul piazzale. Per il resto, la responsabilità è dei vettori". Non viene, quindi, misurata la temperatura ai passeggeri in arrivo? "No. La misurazione della febbre dev’essere garantita dalle compagnie di pullman che dovrebbero farla ai passeggeri sia in salita sia in discesa". Tutto questo basta per evitare eventuali contagi? "Già quattro mesi fa, prima della fase due, avevo chiesto di creare uno spazio qui in autostazione per prevedere i tamponi. Con un presidio Asl – previsto dalla Regione – saremmo tutti più controllati". Mettiamo che il capostazione sappia che un passeggero che scende dal bus ha la febbre. Che cosa può o non può fare? "Può segnalare il caso. Ma non può bloccarlo. Per farlo ci vuole l’autorità giudiziaria. Lo stesso per quanto riguarda la mascherina: non tocca certo a noi sanzionare chi non ce l’ha. Possiamo invitare a indossarla, ma finisce lì". Qual è la soluzione? "Oltre ad augurarmi un presidio sanitario per i test al più presto, sto valutando se acquistare delle specie di termoscanner igienizzanti da installare all’ingresso dell’autostazione. Ma dobbiamo ancora verificare se l’investimento è sostenibile, visto che il bilancio col Covid difficilmente brillerà". Intanto sui trasporti è caos. A livello nazionale il Cts (Comitato tecnico scientifico) dovrebbe aggiornare le linee guida. Dai treni ai bus. Com’è la situazione? "Resta l’obbligo del distanziamento, coi pullman che possono occupare al massimo 25 posti su 50, cioè la metà della capienza massima".

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