Coronavirus Bologna, donati quasi due milioni per il Sant'Orsola. "Abbiamo ancora bisogno"

La Fondazione Sant’Orsola ha raccolto fondi da 15mila persone. Faldella: "Un fiume di generosità"

E' gara di solidarietà per i medici

E' gara di solidarietà per i medici

Bologna, 24 marzo 2020 - Giacomo Faldella, presidente della Fondazione Sant’Orsola, lo definisce "un fiume di generosità", visto che in pochi giorni ha portato oltre un milione e 700mila euro (per la precisione 1.737.457 euro) sotto l’egida “Più forti insieme“, la campagna sostenuta e rilanciata dal nostro giornale.

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"Questo flusso racconta benissimo la gratitudine che Bologna ha per chi in continua ad accogliere, assistere e curare tutti – continua Faldella –. Le donazioni arrivate ci hanno consentito di partire subito con tre progetti per il personale e di sostenere gli sforzi del Policlinico per rafforzare le terapie intensive. Ma è necessario che questo slancio non si interrompa, per continuare a essere vicini a chi è in prima linea e sopporta il peso maggiore di questa emergenza".

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Ci sono i 250mila euro della Banca di Bologna , i 230mila di Emil Banca e i 100mila di Macron e altrettanti di Bcc Felsinea , ma anche i 60mila euro inviati dai 9 Rotary Club di Bologna e tante donazioni ’medie’: da Vasco Rossi al Collegio di Spagna , da Alpargatas Italia (che a Bologna fa le infradito Havaianas) all’architetto Mario Cucinella , fino a Dispensa Emilia , il PD di Medicina , ma anche la parlamentare Annamaria Bernini , che ha devoluto l’indennità di un mese ’romano’. Ci sono loro e ci sono, soprattutto, i normali cittadini. E’ infatti attraverso 14.531 donatori che è stato raggiunto circa un milione di euro. complessivamente, dunque, si arriva quasi a un milione e 800mila euro.

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L’ultima donazione alla Fondazione arrivata è dalla Ducati Energia : Federica Guidi girerà un veicolo elettrico (FreeDuck) di cui il Sant’Orsola ha bisogno per la dialisi. Una delle complicanze del Coronavirus è il danno renale per cui, sparsi per il Sant’Orsola in sette reparti diversi, ci sono oggi 21 pazienti da dializzare e gli infermieri e nefrologi che oltre al padiglione 1 devono correre come delle trottole anche di notte (5 al mattino, 5 al pomeriggio e 3 di notte) a fare dialisi. Solo un dato: dal padiglione 1 al padiglione Covid (il 25) dove ci sono la maggior parte dei 21 dializzati c’è oltre un chilometro.

Ma cos’è che concretamente viene fatto con i soldi donati? Cosa potranno vedere realizzato direttamente anche i lettori del Carlino? Al di là dell’acquisto di mascherine e attrezzature, come più volte abbiamo raccontato (un posto letto costa circa 55mila euro), c’è tutto il welfare aziendale per far funzionare la vita di medici, infermieri e operatori. C’è un sistema di consegna della spesa, con un modulo online da compilare. Già 622 persone hanno invece utilizzato i voucher per babysitter, educatore e badante: ogni dipendente ha fino a mille euro per rimborsi Infine c’è l’alloggio gratuito: già 125 dipendenti hanno usufruito dell’accordo con Federalberghi per avere ’casa’ gratuita per un mese in hotel o strutture ricettive vicine al Sant’Orsola.

Una storia, per capire di cosa parliamo. E’ quella di Eva Tonveronachi, medico pneumologo, con un bimbo di sei anni e una bimba di appena dieci mesi. Il suo compagno è un medico sempre del Sant’Orsola, urologo, Hussam Dababneh. Hanno due bimbi piccoli e per continuare a lavorare senza rischiare di contagiarli si sono trasferiti in una struttura alberghiera insieme. "La situazione è quella che conosciamo, questo alloggio per noi è davvero un aiuto grande in un momento di difficoltà – spiega la pneumologa, che ora è alloggiata in un monolocale che afferisce a una struttura alberghiera dove ci sono anche altri colleghi –. Io allatto la mia bimba di dieci mesi, quindi le uniche ’uscite’ che faccio sono per lei".

Tonveronachi però ha deciso di stare al lavoro, in questi giorni difficili: "Non vado in terapia intensiva, il direttore mi sta tutelando, ma mi dispiace. Cerco di dare quindi il massimo nell’attività residua". E a suo figlio cos’ha detto la dottoressa? "Nient’altro che la verità, non dobbiamo dire altro che la verità ai bimbi, sono molti svegli – continua –. Gli ho spiegato che dobbiamo stare separati per evitare i contagi, lui è un po’ triste quando mi vede che arrivo per allattare la piccola. Però mi dice sempre di continuare, perché devo aiutare tante persone. E noi cerchiamo di farlo".

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