Coronavirus Bologna, la foto simbolo dell'infermiere. "Stiamo rivivendo il film di marzo"

Sant'Orsola, rimbalza sui social l’immagine pubblicata dal coordinatore Antonio Gramegna: entrambi sono in prima linea

L’infermiere lavora nel reparto di Malattie infettive

L’infermiere lavora nel reparto di Malattie infettive

Bologna, 25 ottobre 2020 - "Dopo quattordici ore di lavoro consecutive per trasferire pazienti, organizzare e aprire un altro reparto Covid i pazienti iniziano ad arrivare uno dopo l’altro... Lui è un infermiere che come me si è ammalato di Covid a marzo mentre ci prendevamo cura di molti pazienti che arrivavano in reparto e non respiravano". Così ieri su Facebook Antonio Gramegna, coordinatore infermieristico delle Malattie infettive del Sant’Orsola, ha pubblicato la foto di un suo collega, già deventata virale, al termine del lungo turno di lavoro. Il coordinatore, durante la prima ondata, era stato protagonista, sempre su Facebook, di un tutorial in cui dava indicazioni su come indossare correttamente i dispositivi di protezione individuale.

Per approfondire: Il bollettino coronavirus regionale - I numeri in Italia - Le Regioni 'correggono' il Dpcm

Il post, che nel pomeriggio sfiorava le 1.800 condivisioni, è stato pubblicato anche dalla pagina Facebook del Policlinico: "I contagi stanno aumentando e con loro i ricoveri e la pressione sugli ospedali. Siamo lontani dai numeri della prima ondata, ma questa volta il punto è riuscire, per quanto possibile, a non interrompere le altre attività sanitarie di #prevenzione, #cura e #controllo per fare fronte all’emergenza #Covid e impedirgli, così, di colpirci due volte. Noi ce la mettiamo tutta, ma possiamo riuscirci solo se ognuno fa la propria parte". E si ricorda di indossare la mascherina, igienizzare le mani, mantenere la distanza di sicurezza, evitare assembramenti e scaricare la App Immuni

Torniamo alle parole di Gramegna: "Guariti siamo ritornati in corsia a curare persone, senza risparmiarci. Oggi infilato in una tuta/camice, provvisto di maschera e scudo protettivo... Lui è l’immagine di tanti infermieri che stanno rivivendo lo stesso film di marzo... Io lo osservo e mi rendo conto in questo suo atteggiamento raccolto prima di entrare in camera quanta preoccupazione c’è... Ma noi siamo infermieri e possiamo solo curare le persone. A voi tutti chiedo con forza di non chiamarci ’eroi’ ma di adottare comportamenti che prevengano i contagi. Questo è l’unico modo possibile che avete per esprimere la vostra riconoscenza all’impegno e alla dedizione che ogni giorno mettiamo nell’essere infermieri e prenderci cura della vostra salute. Condividete questo pensiero vi prego, sperando aiuti a riflettere".

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