Coronavirus Bologna, la movida universitaria scorda le mascherine

Reportage nel fine settimana cittadino: piazza Verdi la zona più critica, nelle altre aree le regole vengono più rispettate

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Bologna, 11 ottobre 2020 - Di giorno in un modo, di notte lo stesso. Si potrebbe parlare dei non irreprensibili comportamenti tenuti dai giovani che ogni sera ancora occupano il selciato di piazza Verdi a gruppi privi di mascherina - "come prima del lockdown", come scrivono su Facebook i comitati dei residenti -, problema per altro già noto all’amministrazione che, stando agli esercenti nel cuore della zona universitaria, starebbe considerando l’eventualità di applicare un provvedimento in stile piazza San Francesco. Si potrebbe parlare anche dei gruppi laurea assembrati in via Zamboni per brindisi e festeggiamenti ‘mascherina-free’.

Si potrebbe parlare insomma di tutti coloro che, nel primo weekend dopo l’entrata in vigore dell’obbligo d’indossare i dispositivi di sicurezza interpersonale imposto dal Dpcm di ottobre (ma secondo dopo l’ordinanza ad hoc del sindaco Virginio Merola), ancora non osservino diligentemente la nuova stretta nel centro storico di Bologna. Ma non renderebbe merito alla maggioranza degli avventori della movida bolognese, che nelle zone più frequentate della città di sera hanno smentito il timore per una possibile licantropica trasformazione fra giorno e notte sugli usi e costumi rispetto l’utilizzo delle mascherine anche all’aperto.

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Poiché Bologna, nonostante il fine settimana e il calare della sera, non si è esentata venerdì notte dal rispetto diffuso delle regole. Partendo da piazza Verdi l’inizio della nostra ispezione non è dei migliori. In dirimpetto al teatro Comunale non sono pochi i ragazzi che bevono e chiacchierano in cerchio senza l’ombra delle mascherine.

Sono le 22 quando una Gazzella entra nella piazza per richiamare i giovani presenti. Solo un richiamo, nessuna contravvenzione da parte delle forze dell’ordine, che però con la sola presenza svolgono un effetto dissuasivo, nel breve termine. Risalendo via Petroni fino a piazza Aldrovandi già la situazione migliora. La movida deve ancora esplodere, ma chi passeggia in strada tiene la maschera alzata e gli ‘irregolari’ si contano sulle dita di una mano.

Canovaccio che si ripete felicemente anche in piazza Santo Stefano, dove i molti dehors dei locali limano lo spazio per gli inosservanti, concentrati per lo più sui gradini del portico o sul sagrato della chiesa, dove fra chi mangia e chi fuma una sigaretta le mascherine rimangono poche.

Generalmente, è giusto ribadire come il carnevale sanitario sia per la maggior parte cominciato. "In tantissimi hanno la mascherina, senza dubbio la maggior parte – racconta un gruppo di ragazzi diretti verso i locali di piazza Santo Stefano –. La situazione è cambiata a vista d’occhio, c’è più consapevolezza e timore. Se più per il rischio di incorrere in una multa o più per il contagio non saprei, ma sicuramente anche l’aumento di controlli e pattuglie contribuisce". Durante il tour notturno infatti, solo in via del Pratello non incrociamo una pattuglia delle forze dell’ordine, resa comunque poco necessaria date le pochissime irregolarità riscontrate. Per ora, il rispetto dell’obbligo ha superato la prova weekend. La speranza è che non sia stata solo la virtuosa eccezione di una sera.

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