Coronavirus alla Tnt di Bologna, sindacato: "Così la logistica produce focolai"

Scoppia un altro caso. "Col boom e-commerce aumentati i dipendenti, non gli spazi. E gli interinali si spostano troppo".

Tiziano Loreti è uno dei rappresentanti. del coordinamento del sindacato SI Cobas

Tiziano Loreti è uno dei rappresentanti. del coordinamento del sindacato SI Cobas

Bologna, 13 luglio 2020 - Altri 17 casi di positività al Covid-19 riconducibili ai focolai delle aziende di logistica del Bolognese, ovvero Bartolini (i casi sono scoppiati nel deposito delle Roveri) e Tnt (più di 50 a oggi i positivi, nella sede di via Cristoforo Colombo). Nel capoluogo, le imprese di logistica sembrano diventate le eredi delle case di riposo, per quanto riguarda la velocità e capillarità con cui il virus vi si diffonde. In prima linea, per tutelare i lavoratori, il sindacato Si Cobas. Il rappresentante Tiziano Loreti fa il punto.

Leggi anche Logistica sotto assedio: altri 17 positivi - Mascherine, viaggi e movida: cosa cambia dal 14 luglio - Coronavirus, il virologo Bassetti: "In Italia il pericolo non c’è più" - "Un nuovo lockdown non lo reggiamo"

Loreti, com’è la situazione attuale?

"Proprio stamattina (ieri, ndr) abbiamo avuto un incontro su un caso di positività registrato su un lavoratore dell’azienda Geodis, all’Interporto di Bentivoglio. Si è sottoposto al tampone al pronto soccorso ed è risultato positivo. Ora chiediamo che vengano fatti test e tamponi a tutti i suoi colleghi, garantendo loro nel frattempo pause più frequenti e lunghe perché possano togliersi la mascherina e cambiarla spesso, anche perché il loro magazzino non ha l’aria condizionata e lavorare con il caldo e i dispositivi di protezione è ancora più complicato".

Leggi anche Altri contagi nella logistica: tamponi per tutti

Sembra che il virus, a Bologna, prediliga le aziende della logistica. Come mai, secondo lei?

"Non è un caso. Succede perché in questo settore le condizioni di lavoro sono tali da favorire che il virus attecchisca e si diffonda. Del resto, è uno dei pochissimi settori non in crisi: paragonando maggio 2020 a maggio 2019, l’aumento del fatturato è stato dell’86 per cento. Merito dell’e-commerce, che è sempre più diffuso e lo è stato in particolare durante il lockdown. Così, la mole di lavoro è aumentata e con questa la richiesta di dipendenti, mentre gli spazi sono rimasti sempre gli stessi, ma stipati. In più, data l’urgenza di forza lavoro, alcune società hanno attivato subappalti o si sono rivolte a cooperative senza fare i dovuti controlli sulle loro misure di sicurezza, oppure ancora hanno chiesto supporto ad agenzie interinali".

I cui lavoratori cambiano periodicamente azienda...

"È quello che è successo alla Bartolini: interinali, alcuni dei quali vivevano in centri d’accoglienza, si sono ammalati, ma prima di scoprirlo sono stati spostati dalle Roveri a un’altra azienda. E hanno portato con loro il virus. Finché i datori di lavoro continueranno ad avere come priorità quella di tenere i costi bassi o di continuare a guadagnare, non chiudendo i magazzini diventati focolai o non facendo i tamponi a tutti i dipendenti – come in Tnt, cui sono stati per ora fatti solo ai fattorini –, la situazione non migliorerà".

Voi cosa proponete?

"Tamponi a tutti e sanificazioni più approfondite: non come adesso, che in nemmeno due ore vengono puliti capannoni grandi come cittadelle... Poi, come detto, più pause e più lunghe per i lavoratori, con la possibilità di cambiare mascherina più volte al giorno. E l’apertura di una commissione con rappresentanti e delegati sindacali e i delegati alla sicurezza delle aziende, per trovare soluzioni comuni. Questo non eliminerà i contagi, ma aiuterà ad aumentare la sicurezza".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro