Parte la corsa per salvare il monumentale noce cenerino nell’Orto botanico dell’Università. Con i suoi 32 metri di altezza e quasi cinque metri di circonferenza, la pianta mostra infatti "segni di invecchiamento e una condizione di equilibrio non semplice con l’ambiente circostante". Lo spiega la stessa Alma Mater, che ha varato un progetto speciale per prendersene cura grazie a un gruppo di propri studiosi e con un’iniziativa di ricerca unica a livello europeo.
Il grande noce dell’Orto botanico è il quarto esemplare monumentale del centro storico bolognese, con i platani di piazza Minghetti e di piazza Malpighi e al ginkgo di piazza Cavour. Il progetto di conservazione durerà cinque anni e rientra nel più ampio restyling dell’Orto botanico, parte del Sistema museale di Ateneo. "Questo progetto è un caso unico a livello europeo per la complessità degli interventi e la qualità dei risultati ipotizzati – spiega Alberto Minelli del Dipartimento di Scienze e tecnologie agro-alimentari dell’Alma Mater, che guiderà il team – vogliamo applicare tutta la strumentazione e le competenze che abbiamo a disposizione per dare un impulso alla manutenzione degli esemplari arborei". Il noce, aggiunge Umberto Mossetti, curatore dell’Orto botanico, avendo "raggiunto una fase di insenilimento irreversibile riduce la sua funzionalità, lo rende più fragile a parassiti e malattie e mette a rischio la sua sopravvivenza". Accanto all’albero sarà installato un totem didattico-informativo, che racconterà le sue caratteristiche e gli interventi che verranno eseguiti. "Il noce cenerino è un albero piuttosto raro in ambito urbano – spiega ancora Mossetti – tanto che il nostro esemplare è l’unico della sua specie presente nell’elenco degli Alberi Monumentali d’Italia. È una specie tipica di ambienti umidi ed è raramente coltivato come pianta ornamentale".