Corsie per bici tra dubbi e polemiche

Le piste e le corsie ciclabili sono croce e delizia delle città. Mancano i parcheggi per le auto, ma l’energia delle amministrazione è concentrata sul politicamente ed ecologicamente corretto dell’allestimento di percorsi ciclabili ovunque. Anche dove le strade sono già strette, anche dove parcheggiare è difficile. Il vento di tramontana ambientalista a volte viene alimentato senza tenere conto della realtà. Dal 2020 i Comuni dispongono di una nuova norma (la legge numero 20) che ammette la creazione anche di corsie ciclabili pur prive di qualunque protezione e non rigidamente precluse ad auto, moto, furgoni e mezzi pubblici. Così in alcune zone della città si crea una convivenza difficile fra bici e automezzi di vario genere. Fra gli aspetti negativi c’è anche il fatto che proprio le corsie ciclabili offrono spazio a furgoni e vetture per soste pericolose . In via Saragozza il sito web Volante.it segna un esempio di pericolosità: un incrocio fra la corsia ciclabile e quella per le auto. Se un automezzo non rispetta il semaforo rosso per i ciclisti sono guai. La città punta a un sistema diffuso di ciclabilità: altri 50 km di nuova rete sono già finanziati e pronti a essere realizzati entro il 2024. In alcuni casi però le corsie vengono scarsamente utilizzate dalle bici, segno che forse la collocazione è poco oculata. Come in tutte le cose partendo da un concetto di buonsenso se si esagera si ottiene un effetto negativo.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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