
Il professor Piero Ignazi
Cortei e manifestazioni vengono organizzate quasi settimanalmente lungo le strade e nelle piazze della città: in campo un po’ tutti, da destra a sinistra, dai collettivi universitari, agli anarchici, agli studenti palestinesi, ai Patrioti, ai vari comitati. L’ultima manifestazione ieri pomeriggio, in piazza Maggiore, sotto Palazzo d’Accursio: i pro–Pal si erano dati appuntamento già prima, ma la decisione del Comune di esporre, al fianco della bandiera palestinese, anche quella israeliana, ha rinfocolato gli animi.
"Anche i rappresentanti della comunità ebraica bolognese avevano manifestato il loro dissenso per l’esposizione della bandiera palestinese – riflette Piero Ignazi, politico, professore Alma Mater –. Così in maniera diversa, perché sono gruppi sociali diversi, i sostenitori della causa palestinese esprimono il loro dissenso circa l’esposizione della bandiera di Israele. Le cose sono sostanzialmente sullo stesso piano, ma si esprimono in modo diverso proprio essendo, appunto, gruppi socialmente diversi – prosegue –. Uno è determinante per la vita economico-sociale-culturale del tessuto bolognese e l’altro è costituito da giovani che hanno questo come strumento per fare sentire la loro voce, manifestare in piazza".
Sul fatto che all’ombra delle Due Torri ci sia un numero così alto e frequente di manifestazioni per il professor Ignazi "può essere positivo. È un luogo dove le persone si sentono libere di esprimere le proprie opinioni e questo è molto importante e positivo. Ovviamente bisogna vedere se queste opinioni si esprimono in maniera pacifica o eccedono. Per fortuna i casi in cui sono andate più in là sono relativamente poche ed hanno coinvolto un numero ridotto di persone. L’augurio è che si continui così perché in altre realtà europee le cose sono degenerate in maniera molto, molto più grave".
Il fatto comunque che ci sia la possibilità di manifestare il proprio pensiero è da considerare positivamente, come ribadisce il professor Ignazi che fa notare come anche Giorgia Meloni, nel suo discorso di insediamento aveva fatto riferimento alla manifestazioni giovanili e di come anche lei abbia partecipato e organizzato tante manifestazioni, affermando che erano tutte espressioni di libertà.
"Ovvio che tale espressione deve restare dentro certi limiti", sottolinea il professor Ignazi.