Corteo anarchico e vandalismi a Bologna, 5 nel mirino della Digos

La polizia sta lavorando per denunciare chi ha devastato i due istituti di credito in via Riva Reno. Il cerchio si è già stretto su un gruppo di facinorosi: nei guai anche chi ha organizzato la manifestazione

Il corteo anarchico a Bologna

Il corteo anarchico a Bologna

Bologna, 21 gennaio 2023 – Ci sono già cinque anarchici su cui la Digos sta stringendo il cerchio dopo i danneggiamenti avvenuti durante il corteo di giovedì sera. Si tratta di quelli che, coperti dagli striscioni, hanno vandalizzato le filiali della Banca popolare di Sondrio e della Cassa di risparmio di Ravenna, in via Riva Reno: il passaggio del corteo ha lasciato in ‘eredità’ vetri infranti, bancomat spaccati e vernice versata sulle facciate.

Anche una 500 Enjoy, che aveva la sfortuna di essere stata parcheggiata proprio lì, è stata sfondata dalla furia dei manifestanti. Che, in 150, hanno attraversato quella porzione di centro compresa tra piazza Malpighi, via Lame e piazza San Francesco.

La manifestazione, organizzata dal Tribolo di via Donato Creti, non era, come al solito quando si parla di iniziative di area, preavvisata: motivo per cui, oltre agli autori materiali dei vandalismi risponderanno penalmente anche gli organizzatori del corteo, che ha visto partecipare molta gente da fuori. Solo grazie al lavoro del servizio d’ordine, visto che non c’era un percorso prestabilito della ‘passeggiata anarchica’, si è evitato che i centocinquanta si addentrassero proprio nel cuore della città, con il rischio di conseguenze ancora peggiori.

La Digos adesso sta visionando le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza degli istituti di credito finiti del mirino, che hanno immortalato gli anarchici in azione. Benché travisati, la polizia, confrontando quei frame con i video realizzati durante tutto il corteo, è già riuscita ad arrivare al gruppo di vandali, su cui adesso sono in corso gli ultimi accertamenti.

La manifestazione, che ha ‘lasciato il segno’ anche in via Lame e via Marconi, tappezzate di scritte, si inserisce nella scia della mobilitazione internazionale in solidarietà al leader della Fai Alfredo Cospito, detenuto al 41 bis nel carcere di Sassari e in sciopero della fame da ottobre. Per annunciarla, gli anarchici nostrani hanno realizzato delle finte locandine del Carlino, contenenti anche frasi contro il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, affisse in zona universitaria e in centro, anche su alcune edicole. Un’altra circostanza su cui la Digos sta lavorando.

Intanto, dall’opposizione in consiglio comunale si sono alzate più voci di condanna contro l’ennesimo pomeriggio di passione. "Non bastava la neve ieri a bloccare la città, ma per l’ennesima volta i manifestanti anarchici contro il 41 bis hanno bloccato il centro, con un dispiegamento di oltre 10 camionette della polizia per limitarne i danni – ha commentato il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna –. Armati di mazze e bastoni hanno causato danni a negozi e scritte sui muri. Questa escalation di violenza da parte degli anarchici è alimentata dalle dichiarazioni del vicesindaco Clancy che chiede di togliere Cospito dal regime di 41 bis. I manifestanti si sentono legittimati a comportarsi in questa maniera mettendo in subbuglio la città, sentendosi impuniti. È gravissimo che le istituzioni non solo non pongano un freno, ma finiscano indirettament e per alimentare queste violenze".

"Il corteo anarchico si è lasciato dietro vetrine rotte, imbrattamenti e altri atti vandalici – ha aggiunto Matteo Di Benedetto della Lega –. Questo è il loro modo di essere democratici. D’altro canto non ci aspettiamo di meglio da chi contrasta una legge che limita terroristi e mafiosi. Da parte nostra la condanna ad atti come questi e le distanze da certe posizioni sono sempre chiare. Sarebbe bello se arrivassero condanne ferme anche da sinistra, specialmente da Clancy, ma temo non accadrà. Un grande grazie alle forze dell’ordine, che hanno gestito con la massima competenza una situazione molto pericolosa".

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