di Benedetta Cucci
Il Vasco nazionale, ma soprattutto bolognese, nel 2020 che se n’è appena andato, ha regalato a tanti l’opportunità di un incontro ravvicinato, perché anche lui, come tutti, è rimasto fermo nella sua città. Ora è un mito, ieri sera danzava con Bolle su RaiUno e presentava la nuova canzone (il video è stato girato in piazza Maggiore), ma proprio 40 anni fa, era il 1981, non era un fenomeno di massa e finiva per la prima volta sulle pagine di Ciao 2001, la bibbia rock di quegli anni, grazie a un fumetto. E la foto complice di quella caricatura, Vasco in concerto al Palasport, era di Nicola Casamassima, fotografo bolognese che ha immortalato tanta musica negli anni d’oro. Alcuni suoi scatti in bianco e nero sono anche entrati nel cofanetto di ’Colpa d’Alfredo’.
Casamassima, come ha ’scoperto’ Vasco Rossi?
"Alla fine degli anni Settanta passavo qualche weekend a Dragodena, un borgo contadino che prendeva il nome da questa via che congiungeva Tolè a Zocca, e dove Vasco era nato e cresciuto. Poi un sabato vado a Zocca coi miei amici ed entrando al bar Olimpia, sento un tipo che dice ‘Vasco attento, ti stai giocando tutta la Siae’... lui stava giocando a Space Invaders e risponde ‘oh, io ho fatto la pilla’. Poi lo incontro ancora casualmente alla fiera campionaria di Bologna a giugno 1981, un mese dopo il primo concerto in piazza Maggiore il 25 maggio, era col suo gruppo, Massimino Riva, Mimmo Camporeale, Solieri, e lui che saltava sul palco. Poi eccomi al Palasport nel 1981 dove Vasco suonava tra i big della musica italiana, De Gregori, Dalla, Vanoni, Jannacci... lo fotografo e mi viene un’idea".
Quale?
"In quegli anni Bologna era la capitale del fumetto e io frequentavo Luigi Bernardi, che è stato un grande editore e direttore di riviste. Mi capita di conoscere Massimo Cavezzali, il disegnatore dei cantanti che ogni settimana pubblicava sulla terza di copertina di Ciao 2001 una vignetta, gli parlo di Vasco e gli suggerisco di dedicargli un fumetto, ma lui mi dice che non lo conosce. Però lo convinco e gli do la mia foto del concerto, assieme a una descrizione del suo modo di fare e di come parlava".
Ci racconti la foto.
"Era il 1981, Palasport, concerto di beneficenza per i terremotati dell’Irpinia avvenuto circa un anno prima. Io avevo 24 anni e facevo l’impiegato alla ditta di timbri, targhe e coppe Ventura e come secondo lavoro avevo iniziato a fare il fotografo autodidatta con la mia prima macchina: una Pentax MX manuale".
La sua foto, come testimonia un libro su Vasco, è stata a lungo appesa al muro della sua casa in via Porrettana.
"Vasco vede Ciao 2001, chiama il giornale e chiede il fumetto. Lo chiamo e gli porto l’originale con anche una stampa della mia foto. M’intrattiene un po’ e mi fa sentire una sua canzone non ancora uscita... poi lo saluto. Dopo quella volta l’ho fotografato a vari concerti, poi lo ritrovo a Sanremo ‘83, quello di Vita Spericolata. Era al bar dell’Ariston con un bicchiere di whisky, un caffè e una Lucky Strike. Un’ultima immagine di Vasco Rossi prima di diventare Vasco... Oggi mi piacerebbe incontrarlo di nuovo, anche per un caffè".
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