"Così a Dozza governiamo senza i partiti"

Il sindaco Albertazzi celebra domani i dieci anni del progetto civico nato nel 2012 con cui per due volte è stato eletto in Municipio

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di Enrico Agnessi

"Un movimento civico, apartitico e trasversale, il cui principale obiettivo è la partecipazione attiva". È questo, nelle parole dei suoi stessi ideatori, lo spirito di ‘Progetto Dozza’, che celebra i primi dieci anni di vita domani alle 18 in piazza Libertà a Toscanella. Qui il sindaco Luca Albertazzi, fondatore della realtà nata nel 2012 nel borgo delle mura dipinte, che due anni più tardi avrebbe sfrattato il Pd dal Comune e da allora lo guida, verrà intervistato dal vicedirettore de ’il Resto del Carlino’, Valerio Baroncini.

Sindaco Albertazzi, riavvolgiamo il nastro al 2012: la sua uscita dalla maggioranza di centrosinistra e la nascita di ‘Progetto Dozza’. Cosa ricorda di quei giorni?

"All’epoca, quando abbiamo costituito prima il gruppo e poi l’associazione, sembrava tutto solo un sogno. Personalmente, ho sempre avuto un approccio ‘classico’ alla politica e orientato dalle dinamiche nazionali: ci sono i presunti amici, i nemici e tutto è basato su uno scontro ideologico. Come se il Comune fosse un piccolo Parlamento. Ma mi sono accorto che quell’approccio era assolutamente sbagliato e anacronistico, così con il tempo abbiamo costruito un gruppo affiatato e in grado di mettere al centro le persone, per fare le cose concretamente. E partendo da quella che poteva sembrare un’utopia, abbiamo dato vita a un laboratorio politico che ha portato i suoi frutti".

Le elezioni amministrative vinte nel 2014…

"Sembravamo destinati a una corsa di testimonianza, è stata una sorpresa. Eravamo in un contesto in cui le esperienze civiche erano poche, ancora meno di oggi, ma c’era una esigenza e una aspettativa: ci abbiamo creduto fino in fondo con coerenza, ed è successo quello che è successo".

Non deve essere stato facile, soprattutto all’inizio…

"La prima fase è stata complessa, bisognava imparare tutto. Una delle cose più belle è stata dare vita a una classe dirigente locale con persone che non si erano mai interessate attivamente di politica, ma che rappresentavano le forze migliori del paese. E grazie al grande affiatamento abbiamo ottenuto un’infinità di risultati e siamo riusciti a realizzare innovazioni importanti per Dozza".

Quali, in particolare?

"Siamo riusciti a rilanciare settori fondamentali come turismo, cultura, opere pubbliche e politiche ambientali. E lo abbiamo fatto cambiando letteralmente marcia. Non solo non aumentando mai nessun tipo di aliquota, ma riducendole così come il debito pubblico pro capite di origine comunale. La cosa che più ci fa piacere come squadra è che questo è avvenuto in epoche complesse, mantenendo una relazione con i cittadini sana e aperta al dialogo. E questo non era scontato".

All’elezione del 2014 è seguita la riconferma cinque anni dopo. Quali differenze?

"Nel 2019 il messaggio originario è diventato patrimonio della comunità. È passata l’idea che non eravamo una classica lista in contrapposizione con qualcuno. Un approccio virtuoso che in quei cinque anni si è sedimentato. Un’affermazione con oltre il 70% dei consensi a dimostrazione che l’appartenenza astratta agli schieramenti a livello locale era stata soppiantata".

Alle ultime elezioni politiche a Dozza ha vinto il centrodestra. Commenti?

"Sono preoccupato per la disaffezione degli elettori, poi che vinca uno o l’altro di uno o due punti non cambia nulla… I partiti dovrebbero essere attenti alle comunità locali non a parole, ma interessandosi nei fatti a esperienze come la nostra".

Essendo al secondo mandato, la sua esperienza si concluderà 2024. Salvo deroghe...

"La bozza del Tuel prevede la possibilità di ricandidatura nei Comuni fino a 15mila abitanti: attualmente è ferma, ma da qua a un anno e mezzo le cose possono cambiare...".

E se non lo facessero?

"Penso e spero che il tipo di approccio messo in campo in questi anni, non legato necessariamente a me, continui nel suo processo di sedimentazione. Sarebbe deleterio perdere un così grande capitale. Bisogna andare avanti per il bene della comunità".

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