MANUELA VALENTINI
Cronaca

Così l’arte si mostra ’Di traverso’. L’intento che unisce le opere

‘Di traverso’: non solo un titolo, ma anche un’intenzione. È questa la direzione della collettiva curata da Enrico Camprini, che...

‘Di traverso’: non solo un titolo, ma anche un’intenzione. È questa la direzione della collettiva curata da Enrico Camprini, che...

‘Di traverso’: non solo un titolo, ma anche un’intenzione. È questa la direzione della collettiva curata da Enrico Camprini, che...

‘Di traverso’: non solo un titolo, ma anche un’intenzione. È questa la direzione della collettiva curata da Enrico Camprini, che ha aperto da poco alla galleria de’ Foscherari (via Castiglione 2b). In mostra, opere di Luca Bertolo, Giuseppe De Mattia, Enej Gala, Eva Marisaldi e Liliana Moro. Un gruppo eterogeneo per linguaggi e generazioni, ma unito da un’attitudine condivisa: quella di chi si pone rispetto alla realtà in modo obliquo, ambiguo, trasversale. "Non è una mostra tematica né un’esposizione di poetiche affini – spiega Camprini –, ma un tentativo di mostrare opere che, in modi diversi, non si pongono mai come affermazioni conclusive, ma come interrogazioni aperte". Il titolo gioca con le molteplici sfumature dell’espressione italiana: ’mettersi di traverso’, ’guardare di traverso’, ’andare di traverso’. Tutte formule che implicano una deviazione, un ostacolo, una resistenza.

Il percorso espositivo si apre con un’installazione di Eva Marisaldi: due mani robotiche bloccate in un eterno pareggio alla morra cinese. Una situazione di stallo, sospesa, che pone il visitatore in condizione di forte disorientamento. Enej Gala, invece, propone una scultura che riprende la figura dello Schiaccianoci, trasformandolo in una pinza a grandezza umana come allusione grottesca ad un possibile atto di evirazione. Liliana Moro espone una borsa, dalla quale si diffonde il suono del respiro di un uomo che russa, circondata da oggetti come carte, ritagli e un frutto in cemento, evocando un viaggio immobile. Con un registro diverso, Giuseppe De Mattia presenta ‘Primo oggetto in rivolta’ (nella foto), un’opera che si rifà a un’antica leggenda precolombiana secondo cui, alla fine del mondo, gli oggetti si sarebbero ribellati ai loro utilizzatori. Infine, Luca Bertolo propone una selezione dalla serie ‘Signs’: quadri che imitano i cartelli da manifestazione, tradendone però la funzione e svuotandoli di significato.

Manuela Valentini