Covid, 2mila casi. I medici: "Boom di tamponi"

La Fimmg: "Non possiamo continuare a fare noi le prenotazioni". L’Ausl scrive all’Aiop: "Chiediamo un reparto per i pazienti contagiati"

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di Donatella Barbetta

I due versanti su cui impatta l’ondata del Covid con i nuovi casi saliti a 2.035: ospedali e territorio. Da una parte i reparti nei quali il virus ormai si sta facendo sentire da giorni, al punto che l’Ausl ha scritto all’Aiop, l’Associazione dell’ospedalità privata, chiedendo l’attivazione di "un reparto da dedicare ai pazienti che hanno superato la fase acuta nelle strutture pubbliche, ma che necessitano ancora di ospedalizzazione", mentre ieri nelle terapie intensive si registrava un aumento di cinque pazienti; l’altro settore è composto dai medici di famiglia e dalle Usca, in prima linea per fronteggiare i casi in aumento a domicilio, senza necessità di ricovero. Le conseguenze dell’impennata non si sono fatte attendere, le persone in isolamento domiciliare sono salite a circa 8mila e cresce anche la richiesta di tamponi.

TEST IN AUMENTO

"Abbiamo circa 10 nuovi positivi al giorno. Prenoto direttamente almeno 5 tamponi, mentre altri 5 vengono fatti a casa dalle persone più giovani che poi mi richiamano per darmi la conferma della positività. Il trend è in aumento ora per ora – precisa Marco Cupardo (nella foto), vicesegretario della Fimmg, con studio nella medicina di gruppo di piazza Trento e Trieste – e così non possiamo andare avanti, il nostro telefono è incandescente. Troppa burocrazia, bisogna fare in modo che i pazienti possano prenotare i tamponi direttamente al numero verde Cup dell’Ausl". Salvatore Bauleo, segretario Fimmg di Bologna, ha lo studio nella Casa della salute di Casalecchio: "Sono passato da due, tre tamponi a settimana ad almeno tre al giorno. Il trend mi preoccupa, se si sale, come si prevede, a una decina di casi Covid al giorno e dobbiamo continuare a prenotare noi i tamponi, rischiamo che questo impegno intralci troppo la nostra normale attività clinica. È auspicabile che i pazienti abbiano canali alternativi a quella dei nostri studi per la prenotazione dei tamponi: un numero verde, siti aziendali dedicati o numeri telefonici del Cup dedicati". Cristina Maccaferri, direttrice del Dipartimento cure primarie dell’Ausl assicura che "le richieste dei medici sono state prese in considerazione e l’Azienda sta valutando le migliori opportunità sia per i medici sia per i cittadini".

SOS CAMICI BIANCHI

Il ritorno del Covid pesa sulla mancanza di dottori. I conti fatti dall’Ausl indicano tra continuità assistenziale, conosciuta come guardia medica, e medici di medicina generale, 180 posti da riempire. Le assegnazioni per le zone carenti sono in programma il 19 e il 20. Ecco gli incarichi vacanti. Continuità assistenziale: 114, di cui 30 in città, 12 Savena Idice, 23 Pianura Est, 11 Pianura Ovest, 19 Reno, Lavino, Samoggia, 19 Appennino. Medici di famiglia: 66, di cui 14 in città, 13 Reno, Lavino, Samoggia, 10 Appennino, 8 Savena Idice, 10 Pianura Ovest, 11 Pianura Est. Per i pediatri di libera scelta due zone carenti: una in San Donato-San Vitale, l’altra al Navile. Cupardo, con delega Fimmg alla formazione, ammette che "chi può va in pensione anche prima dei 70 anni. Le zone carenti sono state calcolate dall’Ausl sulle necessità di diversi mesi fa, ora crediamo che si siano aggiunti altri pensionamenti. Prevediamo che almeno la metà delle zone carenti non vadano coperte per mancanza di materia prima e perché la professione è diventata troppo impegnativa. Pensiamo ai medici di famiglia: il rapporto ottimale è uno a mille. Se mancheranno almeno 33 assegnazioni ci saranno 33mila cittadini senza dottore".

LA POLITICA IN CAMPO

"Le Guardie mediche rappresentano un presidio territoriale importante per la cittadinanza, potrebbero addirittura fungere da filtro per i Pronto soccorso spesso intasati da codici non urgenti. I rapporti ottimali prevedono che una guardia medica ogni 5mila residenti – sottolinea Marco Lisei, capogruppo regionale di Fd’I –, ma è evidente dai numeri come questo rapporto sia disatteso. Inoltre, i medici di base sono sempre meno e per loro è sempre più complicato garantire la continuità assistenziale".

LA RICHIESTA DELL’AUSL ALL’AIOP

Per l’aumento "del numero di ricoveri di pazienti affetti da Covid19, si rende nuovamente necessaria la collaborazione degli ospedali privati accreditati", attacca la lettera dell’Ausl firmata dal direttore generale Paolo Bordon. "Ho convocato l’assemblea degli associati Aiop dell’area metropolitana lunedì prossimo – spiega Averardo Orta, presidente di Bologna – e ci impegneremo al massimo per assecondare le richieste dell’Ausl. Tuttavia, temo che la grave carenza di personale sanitario che denunciamo da più di due anni, aggravata dal periodo di godimento delle ferie e dai numerosi contagi Covid non ci consentirà, almeno nel breve periodo, di attivare reparti dedicati alla bassa intensità".

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