Covid Bologna: contagi raddoppiati, più posti letto

Sono 160 i nuovi casi. Roti (Ausl): "Medici di famiglia e pediatri chiedono 300 tamponi al giorno". Al Sant’Orsola altro reparto con 24 posti

I malati covid crescono a Bologna

I malati covid crescono a Bologna

Bologna, 1 agosto 2021 - In aumento tutti i numeri della pandemia da covid, segno che la quarta ondata avanza. I nuovi positivi nel giro di 24 ore sfiorano il raddoppio, passando da 88 a 160 e tra le province Bologna finisce al primo posto per contagi in Regione. I sintomatici sono 119 e l’età media degli infettati è di 32 anni.

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I contagi

"Tra i 160 nuovi casi – spiega Lorenzo Roti, direttore sanitario dell’Azienda Usl – ci sono i risultati di almeno una trentina di tamponi dei giorni precedenti. Le richieste dei medici di famiglia e dei pediatri sono aumentate e ora sono di circa 300 test molecolari di diagnosi al giorno e 130 di guarigione". Tuttavia, la curva dei contagi è in costante e progressiva ascesa. "È così – conferma Roti – e ci attendiamo una media di circa 110 casi al giorno la prossima settimana che corrisponde a un’incidenza settimanale di 80-90 positivi per 100mila abitanti".

L'effetto protezione

C’è un lato positivo su cui il dirigente concentra l’attenzione. "L’86% dei positivi al tampone o non è vaccinato o ha ricevuto finora una sola dose. Quindi, andando avanti con la profilassi, si può ritenere che man mano che la popolazione completa il ciclo vaccinale non solo sarà protetta dalla malattia grave, ma per la maggior parte anche dal contagio. A questa tappa arriveremo dopo Ferragosto".

I ricoveri

Chi viene colpito dal Covid e ha bisogno di essere assistito in ospedale viene inviato al Sant’Orsola, nel padiglione 25, dove ieri in degenza ordinaria sono entrati altri due pazienti, facendo salire il numero a 27, mentre in terapia intensiva i malati sono arrivati a 6. In totale, 33. Nel bollettino della Regione si registrano due malati gravi in più. Al Policlinico, intanto, la dotazione di letti Covid, già aumentata nel corso della settimana, prevede domani l’attivazione di un’altra degenza ordinaria con 24 posti, sempre al padiglione 25. "Da una prima valutazione – prosegue Roti – risulta che gli ospedalizzati vaccinati e positivi sono però nella quasi totalità anziani ultrasettantacinquenni e la causa originaria del ricovero non è il Covid, ma un’altra malattia. Poi, durante i controlli, si scopre anche che si sono contagiati".

Le prenotazioni

Le persone che ogni giorno fissano l’appuntamento per la prima dose sono circa 3mila. "La fascia d’età che in questo momento si sta prenotando di più è quella che dei giovanissimi – osserva il direttore sanitario – e qui sicuramente incide il ritorno a scuola. In particolare, tra i 15 e i 19 anni l’adesione al vaccino è salita al 53%, stessa percentuale di chi si trova nella fascia 20-24, mentre tra i 12 e i 14 anni è del 30%. Per i ragazzi di questa età è prevista una maggiore sensibilizzazione, anche con la collaborazione dei pediatri di libera scelta. Un buon segnale arriva anche dai cinquantenni che sono sopra al 75% e poi dalla ripresa dei quarantenni, però ancora sotto il 70%".

Gli elenchi dei vaccinati ai medici di famiglia

"Siamo pronti a recuperare i non vaccinati – assicura Maurizio Camanzi, segretario provinciale Fimmg – ma serve un’organizzazione adeguata, a cominciare dall’accesso al database". Roti replica così: "In settimana saranno inseriti nel sistema Sole gli elenchi dei vaccinati e ogni medico di famiglia potrà vedere, chi, tra i propri assistiti, non ha ancora aderito alla profilassi. Tra gli over 60, non risultano vaccinati o prenotati in 20mila".

I nuovi ingressi

Da domani entrano nel gruppo dei medici di base altri due camici bianchi, in sostituzione di quelli sospesi perché non vaccinati. "Un professionista proviene dalla continuità assistenziale e un altro dall’emergenza territoriale. Siamo ricorsi a deroghe – puntualizza Roti – per attivare la convenzione che andrà avanti fino a che proseguirà la sospensione". Roberto Pieralli, presidente provinciale Smani, punta il dito sulla "carenza di medici di famiglia: la copertura dei posti è possibile solo con neolaureati o con coloro che non hanno completato la formazione di medici di medicina generale".

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