Covid, crescono le bolle E i sindacati protestano

Superata quota 200 negli ospedali. La Fp Cgil all’Ausl: "Reparti al collasso"

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L’impatto del Covid si fa sentire di nuovo. Ieri quasi novecento nuovi contagiati, 14 pazienti in terapia intensiva, due in più del giorno prima, sei decessi.

La progressione negli ospedali si osserva nelle bolle, stanze dove vengono ospitati i pazienti entrati per altre patologie e poi trovati positivi: nelle strutture dell’Ausl il 15 novembre c’erano 61 pazienti nelle bolle, il 22 erano saliti a 81 e ieri la crescita è arrivata a 120. Al Sant’Orsola 87 degenti nelle bolle.

E scatta la protesta. Martedì la Fp Cgil ha scritto una lettera all’ufficio relazioni sindacali dell’Ausl dal titolo ’Recrudescenza Covid 19 – reparti al collasso’. "Come sigla sindacale, già un mese fa, avevamo scritto all’Azienda in relazione alla gestione della recrudescenza pandemica che stava mettendo in difficoltà gli operatori e gli ospedali di tutta la rete Ausl" e dopo un mese "siamo al collasso a Bentivoglio, Porretta, in molti reparti dell’ospedale Maggiore e San Giovanni in Persiceto". Si parla di "turni massacranti" e si sottolinea che "il sistema bolle è ormai assodato che serve unicamente per non pagare le indennità ai lavoratori e tagliare il personale".

Infine, le richieste sulla "mappatura delle attuali bolle Covid su tutto il territorio, il piano di trasformazione delle unità operative qualora i pazienti, ospitati dentro le bolle, dovessero superare più della metà della capienza dei reparti, la fattibilità, in tema di dotazione organica, di ripristino immediato di reparti Covid 19". Per Fp Cgil, è necessario "da subito aumentare la dotazione organica di tutti i reparti che ospitano, in maniera significativa, bolle".

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