Bologna, Covid e terza dose: il virologo Galli ne ha parlato al Circolo Bononia

"Coronavirus, chi era costui?". Questo il tema della serata a Palazzo Bolognetti. Ospite d'eccezione il primario del reparto di malattie infettive del Sacco di Milano

La serata al Circolo Bononia

La serata al Circolo Bononia

Bologna, 9 ottobre 2021 - 'Coronavirus, chi era costui?'. A questo quesito dal sapore manzoniano, con l'analoga domanda posta sul filosofo greco Carneade, si sono ritrovati l'altra sera i soci del Circolo Bononia, a Palazzo Bolognetti, in via Castiglione. Presenti autorità,  imprenditori  e molti rappresentanti dell'aristocrazia bolognese.  Ospite d'onore della serata era il professor Massimo Galli, infettivologo e volto noto anche televisivo di quest'ultimo anno e mezzo contraddistinto dalla pandemia. Galli ha parlato dell'inizio dell'incubo, di come il virus è stato capace di saltare dai pipistrelli all'uomo,  di  cosa si è fatto e di cosa si potrà fare.

"Anche perché  dobbiamo porci  altre  due domande - ha aperto la discussione Massimo Pandolfi, caporedattore centrale de Il Resto del Carlino, moderatore dela serata, rivolgendosi a Galli - : chi è oggi il Covid e chi sarà domani il Covid. Il  medico milanese, primario del reparto di malattie infettive del Sacco di Milano, ha ribadito l'importanza decisiva del vaccino, anche se una terza dose selvaggia a suo avviso non serve. Galli ha poi spiegato di come le ultime notizie in merito a possibili e nuove efficaci cure contro i virus siano assai confortanti. Per il futuro Galli ha comunque ribadito che bisognerà prestare la massima attenzione, perché certezze non  si possono avere mai.

Gli onori di casa sono stati fatti dalla presidentessa del Circolo Bononia, Rosanna Ghetti; sono intervenuti anche il professor Claudio Borghi, direttore di Medicina Interna Cardiovascolare e Unità Operativa Covid-19 che ha raccontato la sua esperienza in trincea al Sant'Orsola di questi venti mesi e il professor Battista Borghi del Dipartimento Scienze biomediche e Neuromotorie all'Università di Bologna che a sua volta ha raccontato la sua doppia esperienza di malato e di malato di Covid, guarito grazie ad una terapia che al momento non è riconosciuta dai protocolli ufficiali.

 

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