Covid in corsia a Bologna, la proposta: "Stop ai tamponi a tutti"

Gibertoni: "Ha un peso fare i test alle persone che non hanno sintomi". Bordon: "Situazione peggiorata, è partita la ricognizione con i privati"

Bologna, 5 luglio 2022 - Per ’alleggerire’ l’organizzazione ospedaliera dal Covid si fa strada un’idea: non sottoporre più al tampone chi non presenti sintomi. E al termine di un incontro tra le direzioni generali dell’Ausl e del Sant’Orsola è partita anche la proposta di coinvolgere il privato accreditato.

Covid Emilia Romagna oggi, il bollettino del 4 luglio 2022. 4.070 contagi e 13 morti

Paolo Bordon e Chiara Gibertoni: ieri vertice tra le direzioni generali
Paolo Bordon e Chiara Gibertoni: ieri vertice tra le direzioni generali

Alla ricerca di nuove regole

"Il paziente che arriva in Pronto soccorso senza sintomatologia respiratoria oggi viene comunque tamponato, si trovano tanti positivi che hanno una gestione più rigida in termini di occupazione posto letto – sottolinea Chiara Gibertoni, direttrice generale del Sant’Orsola – ed è un elemento che pesa. Inoltre, c’è un’attività di tamponamento delle persone ricoverate per altre patologie che genera ulteriori positivi, che però devono essere gestiti con l’isolamento e un assetto organizzativo più vincolato che erode quella flessibilità di cui c’è bisogno". Quindi, la nuova strategia dovrebbe essere, da un lato, quella di "non fare più tamponi a chi non presenti sintomi da Covid e dall’altro puntare molto sulla scelta delle Usca, che è illuminata e serve a gestire il più possibile sul territorio quei casi per cui l’antivirale può essere utile" e quindi, – osserva la manager – " non servono più reparti Covid specifici, ma è necessario rivedere il modello di gestione in questa fase". Le cosiddette bolle, con positivi ricoverati in aree riservate all’interno dei reparti, aumentano di giorno in giorno: 91 degenti ospitati in questo modo al Policlinico e 77 nelle strutture Ausl, "perché sono pazienti che non hanno il Covid come bisogno principale, poi viste le dimensioni delle bolle, ormai ci sono reparti che stanno diventando solo bolla", osserva Gibertoni.

La pressione sui pronto soccorso

Inoltre, ora "c’è una pressione forte sul Pronto soccorso", perché al ritorno della pandemia "si unisce l’ondata di calore e quindi nei nostri Pronto soccorso abbiamo anziani in difficoltà con anche sintomi non impegnativi per il Covid, ma per i tanti giorni senza tregua sul versante climatico". Per questo, sostiene Gibertoni, "sarebbe importante cambiare l’approccio e le regole in questa fase del Covid, per dare una flessibilità organizzativa che ora facciamo fatica ad avere".

L’aumento nell’ultima settimana

Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl, aggiunge che "la situazione è peggiorata nell’ultima settimana e c’è un aumento della pressione sugli ospedali soprattutto per pazienti che arrivano anche per il Covid e vengono gestiti nelle bolle, così siamo passati da una cinquantina di pazienti a 77, ma sono numeri ancora bassi rispetto ai contagi. Inoltre, abbiamo 30 ricoverati nel reparto esclusivamente Covid, con sintomatologia legata al virus. Forse qui potrebbe essere necessario aggiungere qualche letto, ma speriamo di non tornare ai vecchi reparti per il virus. Ora è necessario capire la tenuta del sistema, perché vogliamo evitare che bolla diventi tutto un reparto". Bordon prosegue ricordando che "l’Rt è salito a 1,3 e superiamo i mille contagi al giorno, numero mai visto d’estate e sono quasi 8mila le persone a casa con sintomi non gravi che vanno seguite e le Usca, i medici sentinella, stanno facendo un lavoro preziosissimo. Pensiamo che il picco possa arrivare entro due settimane". Sullo stop ai tamponi, "noi seguiamo le indicazioni presenti – precisa Bordon – e se dovesse cambiare il modello ci accorgeremmo di meno patologie".

Il coinvolgimento del privato accreditato

Al termine del confronto tra le direzioni generali, "sono stati decisi piccoli aggiustamenti – chiarisce il direttore generale dell’Ausl –, come qualche letto Covid in più ed è partita una ricognizione con il privato accreditato", dove ora sono assistiti 50 pazienti in bassa intensità. Ma Averardo Orta, presidente di Aiop Bologna, osserva che "l’Associazione non è conoscenza di richieste ufficiali, tuttavia sono state contattate direttamente dall’Ausl alcune strutture associate che correttamente hanno chiesto all’Azienda Usl di coinvolgere l’associazione da me rappresentata. Quanti letti potremmo mettere a disposizione? Non so se in questo momento di ferie e di carenza di personale sanitario sarà possibile assecondare le richieste del committente".

Sos traumatologia

Per Bordon, "la parte più importante al momento resta l’ortopedia per i tanti pazienti traumatologici, la scorsa settimana al Maggiore abbiamo registrato una media di 86 ricoverati a fronte di 66 posti".

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