Covid, la bimba di 11 anni è ancora grave

Ricoverata in rianimazione al Sant’Orsola. Bordon (Ausl): "Al Maggiore aperti 8 letti di terapia semintensiva. Sospesa la chirurgia differibile"

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di Donatella Barbetta

Rimangono gravi le condizioni della ragazzina di 11 anni ricoverata, e intubata, al Sant’Orsola per il Covid e, a quanto risulta, senza altre patologie pregresse. La giovanissima paziente era in un ospedale fuori provincia e poi nella notte tra martedì e mercoledì si è reso necessario il trasferimento al Policlinico, dove è stata ricoverata in terapia intensiva al padiglione 25, il Covid hospital. Anche alcuni familiari hanno contratto il Coronavirus.

La storia della bambina ha colpito Alessandro Vergallo, presidente nazionale Aaroi-Emac, il sindacato dei rianimatori: "Ho sentito molti colleghi e, a quanto ci risulta, sarebbe il primo caso di una bimba così piccola, senza altre patologie in rianimazione. Su mille pazienti, dieci finiscono in rianimazione e la maggior parte ha un’età compresa tra 60 e 70 anni. Eppure, dai nostri dati osservazionali, ricordiamo che nella prima ondata l’età pediatrica era risparmiata da sintomi gravi. Che cosa è cambiato? Pensiamo che la riapertura delle scuole abbia esposto di più al contagio questa parte della popolazione, insieme alla diffusione della variante inglese, molto contagiosa".

Per il professor Marcello Lanari, direttore della Pediatria d’urgenza e del Pronto soccorso pediatrico del Sant’Orsola, "l’aumento dei casi di positività, notato anche tra i più piccoli, non si riflette però sui ricoveri. La maggior parte dei bambini che sottoponiamo al tampone, viene rimandata a casa, anche se con esito positivo, perché le loro condizioni non sono preoccupanti. Se è utile vaccinare i bambini? Attualmente non è una priorità: si ammalano meno degli adulti, mostrano sintomi blandi nel caso di contagio e sembrano trasmettere il virus meno degli adulti". Eppure, uno dei motivi che ha messo in allarme l’Ausl, e che ha poi contribuito alla decisione di far scattare la zona arancione scuro per l’area metropolitana, è anche l’alto numero di positivi registrato tra gli scolari. "L’incidenza nella fascia d’età tra i 6 e i 14 anni è raddoppiata in una settimana – precisa Paolo Bordon, direttore generale dell’Ausl – e tra gli 11 e i 13 anni il tasso è di 535 casi ogni 100mila persone, mentre la media aziendale è di 340 casi ogni 100mila e sul territorio abbiamo tanti punti che invece superano questa quota". Nelle tabelle allegate all’ordinanza regionale sul provvedimento, "se si prende come riferimento un tasso di incidenza superiore a 450 casi ogni 100mila abitanti – si legge –, i comuni che nell’ultima settimana di febbraio analizzata (ossia 15-21, ndr), risultano superare questo livello sono Calderara, Casalecchio, Castello d’Argile, Marzabotto, Minerbio, Sala Bolognese, San Benedetto Val di Sambro e Valsamoggia".

Ieri nel bollettino sono stati registrati 663 nuovi positivi, numero anticipato dall’Ausl il giorno precedente, mentre sono altre nove le vittime del Coronavirus.

Cinque le donne che hanno perso la vita – la loro età va dagli 82 ai 91 anni – e quattro uomini dai 72 agli 85 anni. Nelle terapie intensive ci sono 52 pazienti e si conta un ricovero in più. Risultano 398 sintomatici, una quota molto elevata. "È così – conferma Bordon – e sono numeri che metterebbero in difficoltà qualsiasi organizzazione, anche se al momento abbiamo 105 persone che si occupano di tracciamento".

Gli ospedali sono di nuovo sotto pressione. "L’Rt è a 1,29 e i ricoveri sono 760 – precisa Bordon – e per avere 18 letti in più a disposizione al Maggiore, inviamo la lungodegenza ’pulita’ al Bellaria, inoltre abbiamo aperto 8 letti di terapia semintensiva. Dopo una riunione con i primari, abbiamo deciso di sospendere da lunedì le attività chirurgiche differibili per avere più personale da spostare nei reparti Covid e più letti. Dobbiamo arrivare a un’offerta di 900 letti tra pubblico e privato. Stiamo definendo con Villalba di avere 70 letti di degenza e 6 di terapia intensiva". Al Sant’Orsola sono stati riconvertiti altri 50 letti e ora la situazione è questa: 256 letti Covid, di cui 201 di degenza ordinaria, 24 di terapia intensiva e 31 di sub intensiva. Sono ancora liberi 25 letti di degenza ordinaria. Anche il Policlinico ha sospeso l’attività chirurgica non urgente.

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