Bologna, letti Covid a Santa Viola. "Il reparto sta per chiudere"

Orta, presidente del cda: "L’area riaprirà per i pazienti privati non contagiati". Trattativa con la Regione: tariffe ridotte per i posti con la fine dell’emergenza

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Bologna, 8 aprile 2022 - I contagi Covid sfiorano ancora quota mille, sono 960 per la precisione, con 234 sintomatici, anche se per 726 casi sono in corso le indagini epidemiologiche. I ricoveri restano stabili, ieri erano 222 le persone presenti nella rete ospedaliera e sono assistiti nelle terapie intensive 13 malati, uno in meno del giorno precedente. L’impatto del virus sugli ospedali al momento resta abbastanza contenuto. Con la fine dello stato di emergenza sta cambiando la situazione dei letti nel privato accreditato.

"Dal 31 marzo a Santa Viola non riceviamo più pazienti Covid e il nostro reparto, che era arrivato fino a 49 posti, è ormai in via di esaurimento – spiega Averardo Orta , presidente del consiglio di amministrazione di Santa Viola – le ultime dimissioni avvengono in questi giorni e dopo la sanificazione l’area sarà riaperta per pazienti privati non Covid in attesa di ricovero. L’Ausl ci ha chiesto 18 letti Covid per altri due mesi, ma con dispiacere non abbiamo potuto accettare anche perché sono mutate le condizioni delle tariffe e non riceviamo più i rimborsi per i tamponi e i dispositivi di protezione individuale". Dagli Ospedali privati Riuniti, la voce di Giuseppe Valastro, consigliere delegato: "Noi abbiamo 55 letti dedicati ai pazienti Covid e aspettiamo le nuove disposizioni della Regione per la gestione dell’attività di ricovero". A Villa Laura altri 18 letti Covid. Luciano Natali è il presidente regionale Aiop, l’Associazione dell’ospedalità privata: "La trattativa con la Regione ha appena fatto un passo avanti e adesso la tariffa di un letto Covid rispetto al periodo dello stato d’emergenza è scesa a soli 5 euro di differenza, anche se i malati Covid restano. Però non abbiamo ancora trovato un accordo per i rimborsi di tamponi, tute e mascherine, costi che dipendono anche dalla gravità del paziente. Siamo disponibili a ridefinire l’incidenza di questi dispositivi".

Circa 77mila le persone possono effettuare il booster perché sono già trascorsi 120 giorni dalla conclusione del ciclo vaccinale primario, ma ancora non hanno prenotato la dose. A loro l’Ausl rivolge l’appello alla vaccinazione, perché "dall’ultimo rapporto dell’Istituto superiore di sanità risulta che i vaccinati con dose booster hanno il 68% di rischio in meno di contrarre il covid e il 91% di rischio in meno di contrarre l’infezione in modo severo e dunque l’ospedalizzazione". Finora, si sono sono sottoposti alla terza dose in 593.929. Complessivamente, le vaccinazioni registrate fino a mercoledì sono 2.186.029.

 

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