Covid Bologna, Bordon: "Mille malati in più, rafforziamo gli ospedali con altri 200 letti"

Il direttore generale dell’Ausl: "Numeri preoccupanti, con l’Rt a 1,20 i contagi salgono. Registriamo un fatto anomalo, la crescita della seconda ondata"

Paolo Bordon, direttore Ausl Bologna (FotoSchicchi)

Paolo Bordon, direttore Ausl Bologna (FotoSchicchi)

Bologna, 24 febbraio 2021 - Si parla ancora di picchi, di ricerca di posti letto, di focolai da circoscrivere, mentre nelle ultime due settimane i malati di Covid sono mille in più. Direttore Paolo Bordon, i nuovi positivi sfiorano quota 600. É arrivata la terza ondata? "I numeri sono preoccupanti, dobbiamo abituarci a dei picchi e del resto con un Rt a 1,20 i contagi aumentano. Tecnicamente la seconda ondata non è finita, anche se eravamo scesi quasi a zero nuovi infettati e a 200 ricoveri e poi siamo risaliti. Quindi è un fatto anomalo, che non si è mai verificato prima, possiamo parlare di crescita della seconda ondata", risponde il numero uno dell’Ausl.

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Gli ospedali rischiano di finire sotto pressione, quali misure saranno adottate? "Ho appena terminato un incontro con l’Aiop (l’Associazione italiana ospedalità privata, ndr ) per condividere lo scenario epidemiologico e rafforzare la rete ospedaliera. Ci aspettiamo da loro un contributo e attendiamo una proposta".

Quanti letti chiedete? "In questo momento sono attivi 770 letti e occupati 694. Purtroppo – sottolinea il direttore generale – , prevediamo di crescere con i ricoveri e quindi immaginiamo che possa essere necessario avere 200 posti in più per arrivare a un’offerta di almeno 900 posti letto. E al privato accreditato chiediamo di salire a 400 letti".

Una richiesta da record. "Sì, è più di quanto ci avevano messo a disposizione nella seconda ondata, quando si erano fermati a 330 letti. Ora sono già 328, ma non sono sufficienti. Abbiamo aggiunto 14 posti Covid a Bazzano, stiamo lavorando su Santa Chiara, mentre a Bentivoglio, dove erano tornati ’puliti’ 26 letti di Medicina interna, se servirà siamo pronti a una riconversione. Anche il Sant’Orsola al proprio interno sta creando altri posti".

Oltre alle degenze ordinarie, preoccupano anche le terapie intensive? "Un po’ meno in questo momento, tuttavia al Maggiore stiamo preparando al piano zero altri 8 letti di terapia semintensiva. Comunque, preoccupa tutto. Lunedì tra noi e il Sant’Orsola abbiamo registrato 40 nuovi ricoveri e ogni giorno, tra chi entra e chi esce, sono di più quelli che restano dentro. Rispetto a una settimana fa abbiamo 130 persone in più negli ospedali".

Nel nostro territorio ora è in emergenza San Benedetto Val di Sambro. Sarebbe opportuna una zona rossa? "Penso che come ci siamo mossi a San Benedetto sia un modello di approccio da seguire e cioè individuare soluzioni personalizzate per intervenire in maniera mirata in quel contesto territoriale. Oltre ai test molecolari, domani (oggi, ndr ) saranno vaccinati lì anche gli over 85 e gli insegnanti. E poi ci sono tante richieste di tamponi per i vari focolai, la maggior parte familiari: ieri ne abbiamo fatti 5.245".

Quanti sono i malati seguiti a domicilio? "Oggi 6.148 e, se li mettiamo insieme ai 700 in ospedale, arriviamo a 6.750 persone con la malattia in corso nell’area metropolitana, mentre non più di due settimane fa erano 5.500. Adesso ne abbiamo mille in più".

La colpa di questa escalation è delle varianti? "Consola poco sapere di chi è la colpa. Sappiamo che le varianti hanno l’effetto di accelerare la diffusione del virus".

È iniziata la distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia, si prevede un’accelerazione per gli insegnanti? "Mi aspetto che in una decina di giorni sia completato tutto. E se avranno bisogno di altre dosi AstraZeneca le forniremo, anche perché potranno vaccinare anche il personale universitario. Dopo gli insegnanti, si passerà alle forze dell’ordine, vedremo chi farà le profilassi. Intanto, la nostra Azienda ha iniziato a vaccinare i disabili nelle strutture e da domani saremo anche Bologna".

Cercate altri rinforzi per il tracciamento? "Sì, arriveranno una cinquantina di studenti di Medicina volontari: abbiamo preso contatti con i loro rappresentanti".

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