Covid: oggi a Bologna record di contagi. "Rt a 1.34"

Sono 768 i nuovi positivi in provincia. Il dg dell'Ausl Bordon: “Fase vicina a quella di inizio pandemia”. Il Sant'Orsola raddoppia i posti letto. La foto simbolo: “Si beve da cannucce sudate in tute che sembrano forni crematori”

Covid, il post Facebook del Policlinico Sant'Orsola

Covid, il post Facebook del Policlinico Sant'Orsola

Bologna, 1 marzo 2021 – “Siamo tornati a quel tragico inizio film”. Il direttore generale dell'Ausl di Bologna, Paolo Bordon, commenta così il record di contagi da Covid. I numeri parlano chiaro. “”Oggi l'Rt è di 1,34, simile a quello di ieri, siamo vicini agli 800 casi, la situazione è complessa”. Sono 768, infatti, i nuovi positivi in provincia. Inoltre, si registra un'altra vittima: si tratta di una donna di 84 anni.

I dati 

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“Stiamo vivendo una fase vicina a quella di inizio pandemia, come la primavera di un anno fa”, aggiunge. Il messaggio trasmesso da Bordon nelle parole riportate oggi dal Carlino è di grande preoccupazione: “È il momento più duro e temiamo, anzi ne siamo ragionevolmente certi, che non abbiamo ancora visto il peggio”. “La situazione negli ospedali è drammatica – spiega -, la velocità della trasmissione del virus di questi giorni è pazzesca, anomala e molto preoccupante, forse accelerata dalle varianti. Sono in aumento anche gli ingressi ai Pronto soccorso. Purtroppo, le belle giornate hanno tratto in inganno la gente, presto vedremo le conseguenze degli assembramenti, come quello ai Giardini Margherita”.

Il Sant'Orsola raddoppia i posti letto Covid

Dall'11 febbraio l'ospedale Sant'Orsola di Bologna ha "raddoppiato" i letti destinati ai pazienti positivi al coronavirus, passando da 110 agli oltre 255 di oggi, "destinati a crescere". Numeri che valgono solo per la degenza ordinaria, perché a questi sono da aggiungere anche i circa 60 di terapia intensiva (prima erano 40). Tutto questo è successo "in un contesto di estrema difficoltà perché l'ospedale sta continuando comunque a rispondere anche agli accessi in Pronto soccorso che non sono affetti da Covid" e soprattutto, questa nuova 'ondata' arriva dopo un anno pressoche' no-stop per la struttura sanitaria. A descrivere la situazione è Chiara Gibertoni, direttrice generale del policlinico Sant'Orsola, intervenuta in una conferenza stampa per fare il punto sui risultati virtuosi ottenuti in questo anno di pandemia dalla Fondazione a sostegno degli operatori sanitari, anche grazie alle donazioni arrivate da cittadini.

"Dalla settimana scorsa abbiamo ridotto dal 50% l'attività chirurgica programmata per questa settimana, tutto questo in un contesto in cui l'ospedale é ormai sotto pressione da un anno - spiega Gibertoni - perché in fase estiva ci siamo impegnati a recuperare il più possibile le persone rimaste in attesa di visite, operazioni, esami diagnostici e ricoveri". Dopo l'estate però, ad ottobre è tornato in modo prepotente l'incubo del Coronavirus, che è "via via è sempre andato aumentando con una ripresa significativa nelle ultime settimane".

"Cannucce sudate, tute che sembrano forni crematori"

Non è facile, tantomeno è come bere un bicchier d'acqua. La terza ondata del Covid si sta abbattendo sulle strutture sanitarie, ancora una volta alle prese con un super lavoro in condizioni difficili. Lo testimonia la foto pubblicata su Facebook dal Policlinico Sant'Orsola di Bologna. Dice tutto. Il post la commenta: “Si beve da cannucce sudate in tute che sembrano forni crematori aiutate dai colleghi. Così lavorano gli infermieri delle terapie intensive, a un anno di distanza, durante questa terza ondata”.

Poi ci sono i numeri: 110 posti letto al Covid Hospital del padiglione 25, 255 posti letto Covid destinati a crescere in tutto il Policlinico. Anche perché, come si legge, “continuano ad aumentare i contagi”. Intanto, “l'attività chirurgica programmata è stata momentaneamente sospesa”. La situazione è difficile, i sanitari lanciano un appello: “Noi ci siamo, ce la stiamo mettendo tutta, ma abbiamo bisogno che tutti facciano la loro parte”.

Covid, il post Facebook del Policlinico Sant'Orsola
Covid, il post Facebook del Policlinico Sant'Orsola

Merola chiede la zona rossa

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola, chiede la zona rossa il prima possibile. "La situazione è da zona rossa, sto chiedendo alla Regione di decidere in fretta quando", dice Merola, primo cittadino del Comune capoluogo e della Città metropolitana: "Prima facciamo meglio è". L'appello arriva a metà mattina da piazza Maggiore, dove il sindaco è in collegamento con 'L'aria che tira', su La7.

"Tira una brutta aria", esordisce Merola. "La situazione sta peggiorando, siamo quasi nella situazione di diventare zona rossa. Abbiamo una media di 417 casi su 100.000 persone, 22 Comuni sono sopra la media e in particolare 12 Comuni sono oltre i 500 casi. Questo significa che siamo già in zona rossa, sto chiedendo alla Regione di accelerare al massimo la decisione".

Quanto ai ricoveri negli ospedali, "siamo a 850 – sottolinea ancora Merola - se arriviamo a mille ricoveri si compromette il sistema sanitario. Stiamo gia' riducendo gli interventi di chirurgia, del 40-50%. Per salvaguardare la nostra sanità è urgente prendere un provvedimento e decidere in tempo. Se sono favorevole alla zona rossa? Sì, e bisogna agire in tempo. Prima facciamo meglio è. Sono gli ultimi episodi, bisogna stringere i denti ed essere duri. Contiamo sul piano vaccinazioni, che si sblocchi al più presto ma adesso la situazione da quello che mi dice l'Ausl è da zona rossa, per cui sto chiedendo alla Regione di decidere in fretta quando".

A Merola viene chiesto anche se questa situazione non confligga con la riapertura dei ristoranti a cena proposta alcuni giorni fa dal governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. "Basta seguire i dati di contagio, i dati di contagio mi dicono che oggi siamo in zona rossa. L'affermazione di Bonaccini riguarda una situazione di tranquillità. Purtroppo oggi non siamo così", commenta Merola. Quindi, ribadisce il sindaco, "bisogna decidere in fretta di diventare zona rossa per riuscire a diminuire la pressione sui nostri ospedali".

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