Covid Bologna: ospedali sotto stress, Bordon: "Più letti nei reparti dedicati al virus"

Il direttore generale dell’Ausl: "Riconversione al Maggiore. Aggiungiamo dodici posti per i pazienti contagiati. Le ’bolle’ quasi raddoppiate in dieci giorni: vanno ridotte"

Bologna, 3 dicembre 2022 - Il Covid risale, l’influenza è in anticipo, gli ospedali sono di nuovo sotto pressione e le riconversioni dei reparti tornano nell’agenda delle Aziende sanitarie.

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Direttore Paolo Bordon, come affrontate la situazione, acuita dalla carenza di posti letto?

"È una fase delicata dal punto di vista organizzativo – ammette il numero uno dell’Azienda Usl – e dobbiamo trovare un equilibrio perché l’emergenza Covid dal punto di vista giuridico è finita, non abbiamo più le risorse di un tempo e dobbiamo arrangiarci".

In che modo?

"Oggi (ieri, ndr ) ho avuto un incontro con la mia collega Chiara Gibertoni del Sant’Orsola e abbiamo condiviso un piano sia per l’emergenza attuale sia per i prossimi mesi".

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Da dove partite?

"Dalla riduzione delle bolle, le stanze che accolgono i pazienti scoperti positivi: quel modello è stato utile, ma ora è stressato perché i numeri stanno salendo. Nelle strutture dell’Ausl fino a dieci giorni fa avevamo 70 degenti nelle bolle, adesso sono 130. E l’aumento è stato osservato anche al Policlinico".

Quindi chiudete le bolle?

"No, le riduciamo e aumentiamo i letti nel reparto Covid del Maggiore che raddoppia e sale da 12 a 24 posti. Una riconversione immediata, mentre al Sant’Orsola partirà tra alcuni giorni".

Insomma, si torna ai reparti Covid?

"Purtroppo è così e, dal momento che la coperta è corta, dobbiamo stare attenti a non diminuire troppo i posti nel ’pulito’. È un’operazione difficile dal punto di vista organizzativo, ma non siamo spaventati, abbiamo esperienza di riconversioni. E poi è un aspetto del nostro lavoro".

Si rallenterà il recupero delle liste d’attesa chirurgiche?

"Al momento no, stiamo procedendo a pieno regime e andremo avanti fino al 23. Poi l’attività si smorzerà per le feste di Natale, tranne che per le urgenze".

Quali sono le previsioni per gennaio?

"Vedremo in quale scenario ci troveremo, se la pressione del il Covid aumenterà ancora e quanto peseranno i casi di influenza. Nessuno al momento ce lo può dire".

Ma il piano messo a punto che cosa contiene?

"Sto preparando un documento di conoscenza che presenterò il 15 alla Conferenza territoriale sociale e sanitaria, quindi ai sindaci: viene precisata la nostra offerta e l’impatto che possono avere le due epidemie sullo smaltimento delle liste d’attesa. Ci sarà una pianificazione fino ai primi tre mesi del prossimo anno. Così avvisiamo i politici. E nei prossimi giorni parlerò anche con il dg Anselmo Campagna del Rizzoli: potrebbe darci una mano per prendere più casi di traumatologia".

L’assessore Luca Rizzo Nervo recentemente ha parlato di situazione «inaccettabile» per i Pronto soccorso. L’ha sorpresa?

"È giusto che gli amministratori vedano le cose che facciamo. Ma quando l’abbiamo incontrato, con gli altri direttori generali, non c’era tensione. I Pronto soccorso sono tornati sotto pressione con l’aumento del Covid, i medici hanno bisogno di letti per i ricoveri e per questo al Maggiore siamo arrivati alla riconversione. Ma certo non è facile, perché è a isorisorse. Dobbiamo abituarci, per tutto l’inverno, a convivere con l’organizzazione tra i pazienti contagiati e quelli senza Covid".

Chi sono i ricoverati per Covid in questo periodo?

"Tanti anziani, rimasti fermi alla terza dose. Rivolgo un appello alla popolazione: vaccinatevi con la quarta e chi può anche con la quinta dose per evitare di finire in ospedale".

Stanno aumentando anche i ricoveri nelle terapie intensive, saliti a 17 nel nostro territorio. Saranno aumentati i letti?

"La nostra offerta prevede la possibilità di aggiungere ancora tre o quattro letti. Al momento siamo tranquilli".

Che cosa pensa della rivoluzione del Pronto soccorso presentata dall’assessore regionale Raffaele Donini?

"Non solo condivido, ma sponsorizzo la proposta di dotare le centrali operative di un medico H24: rafforza il livello di sicurezza, anche se finora il lavoro è stato svolto molto bene dagli infermieri, e conseguentemente permette di rivedere l’offerta delle auto mediche. Noi ne abbiamo una ogni 90mila abitanti, mentre lo standard nazionale è di una ogni 150mila e in Lombardia sale a una ogni 200mila abitanti. È un adeguamento necessario".

Quindi cambierà la presenza delle auto mediche nel nostro territorio?

"Certo, da mesi è avviato un tavolo tecnico tra la Regione e Giovanni Gordini, il direttore del Dipartimento interaziendale di emergenza: le zone periferiche saranno maggiormente tutelate con una postazione".

La Federazione dei medici di medicina generale si è resa disponibile per attivare ambulatori territoriali per gli assistiti con bassi livelli di urgenza e quadri clinici non complessi. Avete trovato un accordo?

"Sì. L’incontro è andato bene: abbiamo lanciato l’idea di aprire ambulatori per codici non urgenti nelle case della salute, almeno una in ogni distretto, mentre per Bologna serviranno più punti".

C’è già una data per la partenza?

"I tavoli tecnici si apriranno prima di Natale e già dopo le Feste si potrebbe iniziare. L’Ausl mette gli spazi e le risorse infermieristiche, loro le risorse mediche".

I nuovi ambulatori di quanto potranno alleggerire l’affollamento nei Pronto soccorso?

"Vedremo strada facendo, intanto stiamo studiando il fabbisogno per i codici non urgenti".

Si può fare un bilancio dell’ambulatorio sorto accanto al Pronto soccorso di Bentivoglio?

"È una sperimentazione che sta dando buoni risultati perché alleggerisce la pressione sul Pronto soccorso. Ma è ancora presto per tirare le somme".

A Loiano cambierà il servizio analisi?

"Cambia il sistema, ma i servizi restano garantiti ai cittadini. La riorganizzazione è stata fatta da un gruppo di esperti di cui mi avvalgo. L’ho spiegato l’altra sera a Monterenzio, quando all’incontro con i cittadini è intervenuto anche il comitato di Loiano. Non ci sarà alcun impatto e le analisi saranno refertate anche meglio. Dai cittadini, invece, mi è giunta una richiesta".

Quale?

"Una maggiore integrazione tra sanità e sociale, quest’ultimo settore spetta ai sindaci, per migliorare la presa in carico dei pazienti cronici. Ho risposto che sono d’accordo, ci lavorerò".

Quindi un incremento dell’assistenza domiciliare?

"Si va in quella direzione. Ora la nostra media di assistenza per gli over 65 è dell’8,5%, entro il 2023 puntiamo ad arrivare al 10%. Così se si viene seguiti a casa, si liberano letti negli ospedali".

 

 

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