Covid Bologna: ospedali, previsioni e fasce d’età colpite. Tutto ciò che non sappiamo

Ecco come le nostre strutture si stanno preparando al picco e a un lungo inverno. I posti letto complessivi saliranno a 750-780

Un medico del reparto Covid durante il turno di lavoro (Fotoschicchi)

Un medico del reparto Covid durante il turno di lavoro (Fotoschicchi)

Bologna, 13 novembre 2020 - Benvenuti in trincea. Qui al Sant’Orsola, tra il pronto soccorso sempre più pieno e il Padiglione 25 dove la linea del Covid si sovrappone a quella della vita e della morte. E pure qui, al Maggiore e negli ospedali della provincia, dove l’attività prosegue nonostante tutto e tutti.

La notizia buona: il sistema tiene, e tiene bene anche se i numeri sono ormai quelli di aprile. La notizia media: con questa pressione, questa onda lunga, gli operatori iniziano a essere sfiniti. La notizia cattiva: siamo a un passo dalla sospensione dell’attività chirurgica ad alta complessità. Cioè gli interventi programmati, al Policlinico. E altre riduzioni potrebbero giungere all’Ausl.

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Sant'Orsola

Chiara Gibertoni, il direttore generale, ha il telefono che non smette di suonare. Ha già sospeso l’attività a medio-bassa complessità a Budrio, gli infermieri e i medici stanno consolidando l’ospedale di Bentivoglio. Il virus però non si ferma, e con esso i ricoveri: "Abbiamo 10-15 letti ordinari Covid in più al giorno, 2-3 posti di terapia intensiva in più. Riusciremo a mantenere l’attività ambulatoriale, ma siamo vicini al punto di sospendere l’attività chirurgica di alta complessità". Questo vuol dire fermare gli interventi più ‘difficili’ già programmati per reperire personale ad alta specializzazione.

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I numeri

In terapia intensiva, al Policlinico, sono 29 i posti letto in terapia intensiva, se ne aggiungono altri 4 di semintensiva. Tutti strapieni. Per il Covid ce ne sono altri 190 (da poco ne sono stati aggiunti 56): la mappa parla del Padiglione 25, tutto il ‘Pneumonefro’ (40), tutte le Malattie infettive, una Medicina ala A e Medicina d’urgenza, sono stati riconvertiti 2 reparti del Padiglione 2 (Medicina interna e geriatria).

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I dipendenti

"Sono preoccupati, vogliono tutti mantenere l’attività sui no Covid, e questo dimostra il loro attaccamento al lavoro e ai pazienti – ragiona Gibertoni –. C’è la consapevolezza che non esiste solo il virus, e la voglia di battersi come leoni per affermare questo diritto alle cure".

L'Ausl

Paolo Bordon, direttore generale da giugno, è un ottimista di natura. "Siamo sotto pressione, abbiamo in tutta la rete 650 persone Covid negli ospedali, con vari livello di intensità", ragiona. L’attività extra Covid funziona per tre quarti: "Compresa quella specialistica ambulatoriale, dove addirittura abbiamo un aumento di prime visite". E’ il caso di Oculistica, che ha compensato così la riduzione operatoria causa Covid.

Coronavirus, previsioni

"I contagi sono stabili, l’indice di replicazione è verso l’1: grazie ai letti in più dovuti alla riconversione del privato, possiamo arrivare a 750-780 letti. E così dovremmo gestire questo picco – continua Bordon –. Se sarà così manterremo tre quarti dell’attività extra Covid, sennò abbiamo margini di crescita. E’ una rarità assoluta, dobbiamo essere fieri dei nostri ospedali: è come avere una rosa di giocatori che fanno in contemporanea Campionato, Champions e Coppa Italia".

La mappa dei positivi

Sono 5.500 le persone ‘curate’ a domicilio. Sul fronte degli ospedali, fuori dal Covid ci sono Porretta, Loiano e il Bellaria. Bazzano ha 14 letti a bassa intensità Covid, San Giovanni 40 pazienti (chiuse attività chirurgiche e riconvertita medicina e riabilitazione), Bentivoglio è tutto Covid a eccezione di punto nascita e parte della cardiologia: sono circa 100 pazienti.

La classifica

Paolo Bordon parla di "maratona", se si discute di lotta al Covid. Ma chi è per ora più colpito dal virus? Il tasso di incidenza mette al primo posto la popolazione tra i 14 e i 19 anni, 361 ogni 100mila abitanti. La classe 65-74 anni è a quota 209, quella 20-44 ("Il popolo dell’aperitivo", dice il dg) a quota 356, quasi come gli adolescenti. L’età media dei positivi è di 46 anni, ad aprile era di 63.

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